Valdarno – I Carabinieri della Compagnia di San Giovanni Valdarno hanno inferto un ennesimo colpo a quella che è ormai diventata una piaga dei tempi moderni, il fenomeno delle truffe agli ignari cittadini. Anche in questo caso, come altre volte constatato, i truffatori hanno cercato di sfruttare a proprio vantaggio aspetti connessi con la situazione pandemica, che impone inesorabilmente di avvalersi di app e servizi online in ogni dimensione della vita quotidiana. Alla luce delle indagini degli ultimi due episodi, ciò vale anche e soprattutto per i servizi di home-banking, o comunque a strumenti di pagamento, che stanno diventando il terreno di caccia prediletto dei truffatori di tutta Italia.
Il primo ha visto i Carabinieri in servizio alla Stazione di Loro Ciuffenna portare a compimento in tempi brevissimi un’indagine proprio incentrata sulla manipolazione di servizi di home-banking. In particolare, gli investigatori hanno identificato e deferito all’Autorità Giudiziaria un vero e proprio professionista dello “smishing”. Dietro questa quasi impronunciabile parola inglese si cela un fenomeno criminale ormai dilagante. Si tratta, in sostanza, di una tecnica di frode che costituisce un’evoluzione del fenomeno del “phishing”, diffuso già da diversi anni: mentre il primo era incentrato sull’inoltro di e-mail, contenenti il logo di un istituto di credito, con le quali alle ignare vittime veniva richiesto di fornire dati sensibili, oggi il sotterfugio più diffuso è quello di avanzare le medesime richieste fraudolente tramite l’invio di sms, che hanno dimostrato di essere più rapidi e “seducenti” nei confronti delle vittime (un sms, ad esempio, viene più facilmente letto ed aperto anche dalle persone anziane, anche quando sono sole, semplicemente estraendo dalla tasca il proprio cellulare). Le quali – in casi come questo – ricevono in link malevolo e vengono indotte ad aprirlo per collegarsi ai servizi online della banca. In realtà, ciò a cui accedono altro non è che un sito “parallelo”, una sorta di clone dell’istituto bancario, nel quale riversano le proprie informazioni più riservate, consegnandole di fatto ai truffatori seduti dall’altro lato dello schermo. Tale tecnica fraudolenta è stata denominata “SMISHING”, nome derivante dall’SMS, il “cavallo di Troia” impiegato dai truffatori esperti di questa tecnica per violare le difese della vittima designata. Nel caso in argomento, tutto è iniziato quando la vittima designata – un giovane imprenditore abitante nel paese ai piedi del Pratomagno– si è accorta che l’app per la gestione del servizio di home-banking, installata sul proprio smartphone, non funzionava più. Dopo pochi minuti dalla constatazione del malfunzionamento, ha ricevuto una telefonata da un soggetto che si è presentato quale operatore del servizio clienti dell’istituto, che, raggirando la vittima con una parlantina convincente, col pretesto di voler risolvere il malfunzionamento tecnico è riuscito a carpirne la fiducia, e a convincerla che di lì a breve avrebbe ricevuto via sms le indicazioni per risolvere il malfunzionamento. In particolare, il malfattore riusciva così a farsi consegnare, tramite l’inoltro di un link malevolo, le credenziali per la gestione del servizio di home-banking, utilizzate, nelle ore successive, per disporre un bonifico in proprio favore di circa quasi 8.000 Euro, successivamente fortunatamente bloccato. Una volta raccolta la denuncia, dopo una serie di accurati accertamenti elettronici e bancari, gli investigatori dell’Arma dei Carabinieri sono infine riusciti a risalire all’identità del truffatore – un pregiudicato pugliese gravato da svariati precedenti specifici per questa modalità di truffa – che è stato deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Arezzo.
Il secondo episodio ha visto operare i Carabinieri in servizio alla Stazione di Terranuova Bracciolini. In questo caso, gli investigatori hanno smascherato il meccanismo fraudolento architettato da una donna, abitante in Valdarno e già gravata da alcuni precedenti di polizia. L’indagine ha infatti consentito di appurare come la donna avesse in più occasioni denunciato lo smarrimento e la successiva presentazione all’incasso, presso vari istituti bancari, di quattro assegni bancari. In realtà, gli assegni oggetto di denuncia erano stati emessi dalla stessa denunciante, a favore di varie società, quale corrispettivo per l’acquisto di beni e servizi, e successivamente fraudolentemente denunciati dalla stessa come smarriti per evitare le conseguenze derivanti dall’emissione di assegni a vuoto. La frequenza con cui la donna incappava in simili “disavventure” ha però messo in allarme i Carabinieri di Terranuova Bracciolini, che hanno così deciso di approfondire la questione, facendo luce sul circuito truffaldino. La donna è stata identificata e deferita in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Arezzo per calunnia e truffa.