“Da Presidente della Provincia ma soprattutto da donna – afferma Silvia Chiassai Martini – non posso rimanere in silenzio perché fortemente preoccupata per il rischio di depotenziamento della Chirurgia alla mammella nell’ospedale San Donato di Arezzo.
Raccolgo l’allarme lanciato dal Calcit e non posso che stare al loro fianco nella richiesta all’Asl e alla Regione di rafforzare l’organico in pianta stabile, indispensabile ad un reparto e ad una equipe che segue quotidianamente 250 donne al giorno.
Il depotenziamento della Senologia, senza indicazioni certe e condivise sul futuro, rappresenterebbe una sconfitta per la sanità ospedaliera e territoriale in cui si affermerebbe ancora la logica sbagliata di area vasta. Purtroppo in Valdarno abbiamo e continuiamo a vivere sulla nostra pelle la scelta di depotenziare i servizi, da anni lotto per la difesa dell’Ospedale della Gruccia, lo stesso farò per il San Donato. Da tempo, come Sindaco e come Presidente, sono in prima linea per un ritorno quanto prima alla gestione sanitaria di livello provinciale che sia meno verticistica e più vicina ai bisogni dei cittadini.
Nel caso specifico della Chirurgia alla mammella dobbiamo scongiurare qualsiasi scelta, come è successo per altre specializzazioni, che porti ad una progressiva e lenta dismissione del servizio per essere trasferito casomai in altri presidi perché il numero degli interventi effettuati nell’ospedale non è in linea con gli standard richiesti.
Questo è un rischio che va combattuto con forza in quanto non possiamo assolutamente permetterci di perdere un bagaglio di esperienza e una tradizione di eccellenza sanitaria nella lotta contro il cancro al seno.
Da donna che ha partecipato e promosso attivamente tutte le iniziative di prevenzione durante il mese rosa, mi chiedo come la nostra sanità metta in pericolo un servizio rivolto alla cura di una delle forme tumorali più ricorrenti tra le donne, spesso contrastate proprio grazie alla preziosa collaborazione del Calcit che non ha fatto mai mancare il suo sostegno nella difesa della salute, con fatti concreti che hanno permesso di garantire opportunità di cura fondamentali per i cittadini
Auspico pertanto un intervento immediato da parte della Asl per dare le dovute risposte e per trovare una soluzione a vantaggio delle esigenze di tutte le donne del territorio provinciale”