di Andrea Giustini
«Il prossimo segretario del Partito Democratico sarà Stefano Bonaccini», aveva detto con tono come da profeta Andrea Scanzi scorsa settimana, durante una delle dirette facebook che da un po’ lo contraddistinguono. «Io questo ve lo dico da anni – sentenziava con fare sicuro – non da mesi: da prima ancora che i due decidessero di candidarsi per le primarie, da quando è finito il Governo Conte II».
Il giornalista aretino era così sicuro di quale sarebbe stato l’esito delle primarie del Partito Democratico, che non solo aveva negato l’esistenza qualsivoglia “suspence” nella partita fra Schlein e Bonaccini, ma aveva pure azzardato una “penitenza” da auto-infliggersi nel caso di errore nella previsione.
«Se io domenica sera sbaglio – aveva detto Scanzi di fronte a migliaia di utenti social – non dico che divento interista, ma bo: come forma di penitenza alle prossime regionali voto la Meloni, voto Donzelli, per dire quanto per me non ci sia nessuna suspence».
Purtroppo il giornalista si è sbagliato, e le cose sono andate proprio come pensava fosse impossibile. Elly Schlein ha vinto le primarie con una preferenza del 53,8%, contro il 46,2% di Bonaccini, divenendo così per davvero segretario del PD. La domanda quindi sorge spontanea: e ora? Scanzi si auto-infliggerà la penalità votando Meloni e Donzelli alle regionali?