È un grido d’allarme quello lanciato da Lorenza Ricci, portavoce CNA Fotografi sul settore penalizzato dall’emergenza e dalle disposizioni governative. “L’attività fotografica, durante il periodo di emergenza sanitaria, è proseguita ma, di fatto, il nostro settore legato alle varie tipologie di eventi è rimasto sostanzialmente fermo poiché la clientela di riferimento si è trovata nell’impossibilità di operare”.
Fa il punto sulle criticità del settore la portavoce CNA Fotografi, con un chiaro riferimento ai matrimoni: “La celebrazione dei matrimoni è stata per un certo periodo consentita con tante precauzioni e difficoltà di gestione. Molte coppie che avevano programmato la data nel 2020, hanno deciso di rinviarlo a tempi migliori per cui molti di noi rischiano di restare, per tutto il 2020 e per la prima parte del 2021, senza lavoro. Analogo discorso può essere fatto per tutti gli altri tipi di feste ed eventi che prevedono, a vario titolo, la partecipazione di pubblico”.
Stop al lavoro ma non alle spese.
“Tutti i fotografi hanno dovuto continuare a pagare le utenze, gli stipendi di dipendenti e collaboratori e le spese degli studi a fronte di un fatturato più che dimezzato ed in parecchi casi addirittura praticamente nullo. Oltre ad aver perso importanti opportunità lavorative, i professionisti del settore non hanno avuto, per il momento, indicazioni chiare per poter ripartire. In più l’indennità prevista per i mesi di marzo e aprile è stata rilasciata solamente ad alcuni professionisti: tutti i fotografi iscritti contemporaneamente all’INPS come artigiani e ad una cassa professionale privata, pur versando più contributi, non hanno potuto accedere all’indennità e non hanno ricevuto nulla”.
Una situazione drammatica a cui il Decreto Ristori non ha posto rimedio anzi, per assurdo, ha contribuito ad amplificare.
“Non si comprende la ragione per cui il Governo ha incluso tra i destinatari del contributo a fondo perduto chi organizza convegni e fiere, feste e cerimonie, chi noleggia attrezzature per manifestazioni e spettacoli e chi svolge attività di supporto alle manifestazioni artistiche, escludendo del tutto le attività fotografiche. Suona come una condanna a morte per l’intero settore che reclama sostegni utili a garantire i mancati introiti di questi mesi anche come forma di tutela del lavoro del fotografo professionista dalla concorrenza sleale di tanti abusivi”.
“E’ ora che la politica – conclude la portavoce dei Fotografi CNA – inquadri nel suo obiettivo il nostro settore e lo valorizzi, così come noi ogni giorno valorizziamo l’immagine di prodotti, eccellenze e territori del nostro Paese”.