È stato inaugurato oggi il restauro della chiesa di San Lorenzo situata nel centro storico di Arezzo. L’inaugurazione ha visto i saluti del vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro Andrea Migliavacca, Nello Mari, Governatore del distretto Rotary 2071, Donatella Grifo, Soprintendenza Apab Si-Gr-Ar, Alessandro Ghinelli, Sindaco di Arezzo, Maddalena De Luca, Prefetto di Arezzo ed Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana. Ai saluti sono seguiti poi gli interventi di Ada Salvi, della Soprintendenza Apab Si-Gr-Ar, Serena Nocentini dell’Ufficio per i beni culturali della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, Sandro Ceccolini, restauratore, Alberto Papini, presidente del Rotary Club Arezzo e don Alvaro Bardelli, parroco della Cattedrale e della chiesa di San Lorenzo.
I lavori di restauro della chiesa di San Lorenzo sono iniziati nel mese di ottobre 2022 e dopo aver interessato sia gli interni che gli esterni, si sono conclusi ad aprile 2023. Il lavoro certosino del restauratore Sandro Ceccolini e dei suoi collaboratori hanno permesso di recuperare stucchi, affreschi, intonaci, portone d’ingresso e facciate della chiesa. L’intervento, che permette di riaprire la chiesa al culto, garantisce nuova dignità agli spazi della chiesa e ha previsto tra le altre cose anche la realizzazione di una pavimentazione in vetro che permette di vedere il pozzo sottostante. Sono state inoltre effettuare nuove ricerche storiche che hanno portato al ricollocamento di alcune opere attualmente custodite nella vicina chiesa di Sant’Agnese. In quest’ottica va letto il restauro del dipinto su tela di Bernardino Santini raffigurante un Sant’Antonio abate, ad opera della restauratrice Ida Bigoni (sponsor Semar srl Arezzo).
Tutti i lavori sono stati seguiti passo passo dai funzionari della Soprintendenza, per la parte archeologica da Ada Salvi, per la parte architettonica da Donatella Grifo e per i beni mobili da Isacco Cecconi e Miriam Orlando.
Propedeutici all’intervento di restauro, sono stati i lavori finanziati dalla Soprintendenza di Siena-Arezzo-Grosseto che hanno riguardato la ricopertura e il ripristino del saggio archeologico che era stato effettuato dalla Soprintendenza archeologica nel 2008. In quell’anno fu infatti condotta una campagna di saggi, sotto la direzione della dottoressa Silvia Vilucchi, con lo scopo di esaminare puntualmente l’area relativa alla chiesa confinante con via San Lorenzo e Vicolo della Minerva dichiarata d’intesse archeologico con Decreto dell’8 giugno 2001 ai sensi del D. Lgs n.490 del 29/110/1999.
Gli sponsor che hanno reso possibile tale restauro sono stati la Fabbri Service, il Centro Chirurgico Toscano, Estra ed Elettromeccanica snc, oltre a tanti contributi di privati.
“In questa chiesa, tra le più antiche della nostra città, oggi – grazie a questo complesso lavoro di restauro – è nuovamente percepibile la bellezza degli stucchi, delle pareti affrescate e dei dipinti riscoperti e ritornati sui loro altari, oltre alla facciata finalmente restaurata – ha detto Serena Nocentini dell’Ufficio per i beni culturali della Diocesi -. E per noi tutti la bellezza non è solo un discorso, ma un fatto: e di questo ringrazio i nostri preziosi mecenati, in primis il Rotary Club Arezzo con il suo instancabile presidente Alberto Papini, la Soprintendenza di Siena-Grosseto-Arezzo che insieme al nostro parroco don Alvaro Bardelli e alla Diocesi hanno unito le forze affinché questo progetto si potesse realizzare e toccare con mano”.
“Come Rotary – ha aggiunto Alberto Papini, presidente del Rotary Club Arezzo – abbiamo contribuito alla realizzazione di questa opera dando seguito alla proposta di don Alvaro Bardelli. L’idea è nata poco prima della pandemia e oggi siamo particolarmente orgogliosi di essere riusciti a restituire alla città una delle sue più antiche chiese. Un’azione che rientra a pieno titolo nello spirito rotariano pronto a valorizzare le principali opere del territorio”.
L’antica chiesa di San Lorenzo sorgeva lungo il cardine massimo della città romana, fu costruita su resti di antiche abitazioni di epoca imperiale e fu dedicata al diacono romano san Lorenzo, il cui culto ebbe diffusione proprio in epoca paleocristiana. Il primo documento noto oggi sulla chiesa risale però all’anno 1025, anche se sotto il pavimento, scavando uno dei due pozzi ancora oggi presenti all’interno della chiesa, e adesso visibili grazie alla nuova pavimentazione in vetro, furono rivenuti, insieme a una parete con resti di stucchi, bronzetti votivi di epoca augustea. Tra di essi, spicca la famosa statua detta “Minerva di Arezzo” rivenuta nel 1541, una straordinaria figura in bronzo che ritrae Minerva, la dea della sapienza, delle arti e della guerra. Attribuita a un’officina italica attiva nei decenni iniziali del III secolo a. C., la statua fu verosimilmente collocata nella domus romana nel corso del I secolo d.C.
La chiesa di San Lorenzo fu completamente ricostruita nel corso del Duecento come oggi ci indicano la data di una delle due campane e i resti di alcuni ornamenti in cotto ancora visibili nell’abside esterna. L’altare laterale in pietra era sovrastato, fino agli anni ’60 del Novecento, dal celebre affresco dell’Annunciazione di Spinello Aretino, custodito oggi al Museo diocesano di Arezzo. L’edifico sacro era parrocchiale, ma già nel 1583 la cura delle anime era passata alla vicina chiesa di San Giustino. La chiesa era passata all’Arte dei mugnai e dei panettieri e vi facevano celebrare la Messa ogni mercoledì. Questa usanza dette origine a un’altra Compagnia laicale detta del Suffragio che pochi anni dopo si trasferì nella vicina chiesa di Sant’Agnese.
Nel 1705 fu realizzato un importante restauro che alterò completamente l’antica struttura e le proporzioni: fu distrutto l’antico porticato sulla facciata e allungata la navata. Soltanto la parte absidale mantenne le caratteristiche duecentesche, così come il piccolo campanile a vela con le due antiche campane. Il fianco sinistro, lungo il quale si dirama l’antico vicolo della Minerva ha mantenuto l’aspetto medievale.
Nel Novecento fu completamente rifatta la facciata su progetto dell’architetto Giuseppe Castellucci in falso stile rinascimentale.