Grazie a questo progetto cinque persone con disabilità, individuate dai servizi sociali, hanno iniziato a lavorare, o cominceranno nei prossimi giorni, in realtà del territorio
E’ stato approvato circa un anno fa, a marzo 2021, il protocollo d’intesa fra il Comune di San Giovanni Valdarno e Confartigianato Imprese Valdarno, Cna Servizi, Confcommercio, Confesercenti Api Servizi, Coldiretti, per la realizzazione del progetto “Esperienze lavorative in contesti reali” dedicato a persone con disabilità individuate dai servizi sociali.
Gli obiettivi, esplicitati nel documento, sono quelli di valorizzare e coinvolgere tutti i soggetti del territorio, istituzionali e non, secondo un modello di welfare civile dove l’intera società si fa carico del benessere dei cittadini, favorire un modello di sviluppo della comunità basato sulla coesione sociale , sulla solidarietà e l’inclusione delle fasce deboli e promuovere la costruzione di reti territoriali di prossimità, utilizzando il contesto di vita della persona disabile come risorsa.
Le associazioni di categoria, firmatarie del protocollo, condividendo i principi espressi dalla convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, in questo anno di avvio del progetto, hanno fornito la loro disponibilità a contattare le aziende affiliate per offrire stage e percorsi di apprendimento lavorativo in contesti reali a persone con disabilità offrendo loro la possibilità di ampliare la rete sociale, fare esperienze concrete con possibilità di apprendimento di mansioni specifiche, arricchire il curriculum. Allo stesso tempo è stata offerta l’opportunità all’azienda di valutare eventuali assunzioni in caso di bisogno e alla comunità è stata fornita l’occasione di incontrare persone diverse, ampliare ed arricchire la rete sociale di riferimento.
I percorsi sono supervisionati dall’assistente sociale e dal personale esperto del comune che provvede a garantire i necessari sostegni anche attraverso educatori specializzati. Sono ovviamente a carico del Comune gli oneri assicurativi oltre ai corsi specifici necessari (ad es. il corso Haccp per le persone impegnate nelle attività di ristorazione) che sono eventualmente spendibili anche in altri contesti.
“Il progetto – dichiara il sindaco di San Giovanni Valdarno Valentina Vadi – si inserisce in un percorso avviato dal comune di San Giovanni Valdarno di ridefinizione dei servizi sociali secondo un modello di welfare civile e di comunità che mette la persona al centro, al di là delle sue specifiche caratteristiche, superando una logica esclusivamente assistenziale, valorizzando e coinvolgendo tutti i soggetti del territorio nella cura e nel benessere di tutta la comunità e promuovendo un modello di sviluppo basato sulla coesione sociale, sulla solidarietà, l’inclusione e soprattutto percorsi di autonomia correlati ad un processo di crescita personale a tutti i livelli: educativo, formativo, sociale. Ringrazio le associazioni di categoria per la disponibilità dimostrata”.
Dopo circa un anno dall’avvio del progetto, cinque persone con disabilità hanno iniziato o cominceranno nei prossimi giorni la loro esperienza all’interno di realtà di San Giovanni Valdarno che, da subito, si sono dimostrate disponibili ed entusiaste ad accoglierle.
Al ristorante pizzeria Las Vegas lavorano una donna di 43 anni e un uomo di 55 anni a Las Vegas entrambi sostenuti da un educatore del Comune. Una signora inizierà la prossima settimana a prestare servizio nel ruolo di amministrazione/segreteria dell’associazione Ginnastica valdarnese mentre due persone saranno inseriti in una cooperativa sociale che si occupa di pulizie.
“Questo progetto è davvero importante – sottolinea l’assessore alle politiche sociali del Comune di San Giovanni Valdarno Nadia Garuglieri – perché con il termine della scuola per molte persone con disabilità si apre un periodo particolarmente cruciale perché finisce l’opportunità di frequentare un contesto davvero inclusivo e, molto spesso, il Centro diurno o comunque i ‘luoghi speciali’ diventano l’unica opportunità che le persone con disabilità hanno per uscire di casa e svolgere attività. Questo progetto è un’alternativa importante. Consente alle persone con disabilità di essere e sentirsi utili e di promuovere la propria autonomia”.
Vivere in un ambiente lavorativo è il primo passo per imparare nuove abilità, acquisire una maggiore libertà e mobilità, essere più indipendenti e avere una maggiore sicurezza emotiva.
Per le persone con disabilità l’obiettivo è quello di promuovere il proprio “Progetto di Vita”, in linea con il dettato della Convenzione Onu, che impone il superamento di un approccio assistenziale in favore di un approccio basato sui diritti.
“Il riferimento al ‘Progetto di Vita’ e ai diritti delle persone con disabilità – continua l’assessore Nadia Garuglieri – rappresenta un nuovo paradigma, vuol dire accogliere i desideri e le aspettative di queste persone, prevedere specifici sostegni nei contesti comunitari, vuol dire coinvolgere oltre alle persone con disabilità, le associazioni rappresentative ed i soggetti istituzionali. Per i servizi sociali vuol dire sperimentare percorsi innovativi che tengano in considerazione una modalità di presa in carico della persona che risponda sempre più ad un ruolo di advocacy piuttosto che di erogatore di servizi specifici. Il progetto con le associazioni di categoria che stiamo realizzando con il supporto fondamentale delle associazioni famiglie di disabili del territorio è una declinazione concreta del cambiamento che abbiamo intrapreso, siamo consapevoli delle difficoltà, non è un percorso semplice, come tutti i percorsi nuovi che si imboccano. I risultati conseguiti e l’entusiasmo, aggiunto alla professionalità, con cui gli uffici del comune hanno accettato questa sfida, fanno pensare che i tempi siano maturi per percorrere nuove strade”.
“In questa progettualità siamo stati coinvolti da subito e in maniera concreta – dichiarano le associazioni di categoria Confartigianato Imprese Valdarno, Cna Servizi, Confcommercio, Confesercenti Api Servizi e Coldiretti – Ci è piaciuto l’approccio dell’Amministrazione comunale poiché l’obiettivo non era quello di trovare una soluzione filantropica ma programmare un percorso che fosse funzionale alle imprese e venisse incontro alle esigenze e alle caratteristiche dei ragazzi. Un protocollo di questo tipo richiede sicuramente uno sforzo maggiore per gli imprenditori e per gli altri attori in campo ma consente un inserimento fattivo, reale e utile all’impresa e permette un percorso di crescita personale e professionale del soggetto. Di cui tutti potranno beneficiare. E’ un esempio virtuoso che speriamo possa essere seguito anche da altre realtà del territorio”.
Parte attiva del progetto anche l’associazione La Crisalide e la Fondazione Riconoscersi.
“L’associazione La Crisalide – sottolinea il presidente Stefano Sesti – ringrazia il comune di San Giovanni e tutte le associazioni di categoria che hanno reso possibile questo progetto. Quando associazioni, enti pubblici e privati lavorano insieme, la strada dell’inclusione per i nostri figli, della promozione della loro autonomia diventa più facile”.
“La Fondazione Riconoscersi – spiega il direttore Mara Mammuccini – riunisce soggetti pubblici e privati della provincia di Arezzo; la governance è effettuata dalle associazioni di persone con disabilità e la Fondazione svolge un ruolo di supporto nei confronti dei soggetti interessati e delle loro famiglie. Per questo siamo orgogliosi di prendere parte a progetti di questo tipo”.