Agopuntura in oncologia: oltre 250 trattamenti con il 95% di soddisfazione per l’ambulatorio di medicina integrata in oncologia dell’ospedale del Valdarno
Gradimento e compliance per l’approccio multidiciplinare e personalizzato dedicato ai pazienti oncologici e possibile grazie all’alleanza tra personale ospedaliero, medici di medicina complementare e le associazioni Calcit e Andos
Risultati di grande soddisfazione per l’attività che, all’ospedale del Valdarno, da due anni unisce personale ospedaliero, medici di medicina complementare, Calcit e Andos nel fornire un supporto multimodale e personalizzato ai pazienti oncologici.
L’ambulatorio di agopuntura integrata in oncologia è stato istituito nel 2023 grazie a una convenzione tra l’ASL Toscana sud est, rappresentata dalla Direttrice del presidio ospedaliero Santa Maria alla Gruccia Patrizia Bobini, e le associazioni di volontariato Calcit Valdarno, da sempre e costantemente impegnata con iniziative e progetti a sostegno dell’ospedale, e Andos Valdarno, dal 2012 al fianco delle donne con tumore al seno in Valdarno, finalizzata alla realizzazione del progetto “Agopuntura a supporto del paziente oncologico”.
Da allora il servizio ha carattere settimanale ed è gestito dalla dottoressa Florinda Pittatore, coadiuvata dall’esperienza dei colleghi – in particolare la dottoressa Alessandra Signorini – della UOSD Oncologia Medica guidata dalla dottoressa Simona Scali.
Già al termine del primo anno di attività (da settembre 2023 allo stesso mese del 2024) i trattamenti effettuati sono stati 195 con una valutazione favorevole in termini di compliance e di risultati terapeutici ottenuti del 95%, mentre al completamento della seconda annualità, ovvero al 25 settembre 2025, i trattamenti sono aumentati di oltre il 30% raggiungendo le 258 unità, con mantenimento di entrambi gli standard di gradimento ed efficacia.
Le patologie oncologiche trattate con maggiore frequenza sono state i tumori di mammella e colon e i sintomi trattati sono stati, prevalentemente, quelli relativi agli effetti collaterali di chemio e radioterapia impiegati nel trattamento delle rispettive patologie.
“L’ambulatorio di medicina integrata in oncologia attivo all’interno del nostro presidio ospedaliero – commenta la direttrice Patrizia Bobini – offre un supporto importante ai malati oncologici poiché, tra le varie discipline olistiche, l’agopuntura è uno degli strumenti più efficaci per migliorare la qualità della vita dei pazienti, capace di alleviare diversi sintomi associati alla malattia e ai trattamenti terapeutici.”
Studi clinici mostrano infatti che l’agopuntura riduce la necessità di farmaci per il dolore e per il controllo della nausea, migliora l’umore e il benessere psicologico, favorisce il recupero funzionale e la tolleranza ai trattamenti oncologici, offre un intervento personalizzato, sicuro e privo di effetti collaterali significativi.
“È questa la ragione – prosegue la Dottoressa Pittatore, responsabile dell’ambulatorio di agopuntura presso il day hospital del reparto di oncologia medica, PO Valdarno – per cui in molti centri oncologici europei si sono dotati di dipartimenti di oncologia integrata nei quali si pratica anche l’agopuntura, come si fa in Cina da molto tempo.
In Italia la Toscana si è subito mostrata come una delle regioni più virtuose da questo punto di vista e nella realtà valdarnese questa integrazione di cure si è sviluppata all’interno di un dialogo e di una collaborazione costanti tra il personale del reparto di oncologia, medici esperti in medicina complementare, Calcit e Andos per dare pieno valore al concetto di personalizzazione e multidisciplinarietà delle cure.”
L’oncologia integrata consiste nell’associazione di interventi sulla persona e ambientali finalizzati a ripristinare e a mantenere il benessere del paziente oncologico, a garantire il miglior livello di forma fisica e la massima qualità della vita attraverso un approccio multimodale.
Si fonda sulle evidenze scientifiche, ma attribuisce un ruolo di rilievo anche ai fattori correlati alla specificità di ogni paziente.
I sintomi più comuni per cui si consiglia la medicina integrata sono nausea e vomito, ansia, stanchezza/fatigue, dolore, vampate di calore, insonnia, depressione, leucopenia e neuropatie periferiche.
“Le terapie complementari non sono affatto alternative ai protocolli di cura ufficiali, naturalmente – commenta la presidente Andos Fernanda Bianchi – ma rappresentano un’integrazione importante, che può contribuire ad alleviare lo stress e l’ansia spesso correlati alla comunicazione della diagnosi di tumore, a ridurre il dolore oncologico, a promuovere il benessere e a favorire una più rapida ripresa del malato sia durante il ciclo terapeutico che nel successivo follow-up. Per questo sono un supporto importante nel trattamento di moltissimi pazienti oncologici.”
“Una delle caratteristiche di questo approccio integrato – aggiunge Marco Ermini Presidente Calcit Valdarno ONLUS – è che si focalizza non sulla malattia o sul sintomo, ma sull’intera persona.
La filosofia che sostiene il servizio è che le terapie complementari non sono affatto alternative ai protocolli di cura ufficiali, ma rappresentano un’integrazione che può contribuire ad alleviare lo stress e l’ansia, a ridurre il dolore oncologico, a promuovere il benessere e a favorire una più rapida ripresa sia durante il ciclo terapeutico che nel successivo follow-up.
Siamo molto contenti che questa attività – uno dei tanti impegni, progetti e attività con cui Calcit Valdarno è vicino all’ospedale del territorio ogni giorno – abbia prodotto risultati così positivi fin dall’inizio.“
“I risultati fin qui conseguiti ci riempiono di orgoglio e ci danno una grande spinta a proseguire il lavoro e a migliorarlo ogni giorno – conclude la dottoressa Simona Scali Responsabile UOSD Oncologia Medica, PO del Valdarno.
Per il terzo anno di attività ci aspettiamo che il numero di pazienti incrementi ulteriormente, considerando che l’ampia diffusione del passaparola e l’esperienza positiva constatata dal singolo paziente hanno già superato abbondantemente il confine del Valdarno per arrivare fino a province diverse da quella aretina.“








