I Carabinieri della Compagnia di San Giovanni Valdarno hanno inferto un nuovo colpo a quella che è ormai diventata un fenomeno sempre più caratterizzante la nostra epoca, quello delle truffe via web (così dette e-frauds), o comunque mediante strumenti elettronici.
Si tratta dell’ennesima operazione antifrode dei Carabinieri valdarnesi, in un momento storico in cui, parallelamente alla crescita dei volumi di acquisto sul web, in tutta Italia si sono esponenzialmente moltiplicate le truffe consumate attraverso la rete, ove purtroppo spesso i cittadini, in perfetta buona fede, si fanno ingannare da offerte oltremodo convenienti, o da comunicazioni pervenute tramite e-mail o sms.
L’interazione a distanza – vertiginosamente aumentata in epoca di pandemia – sfortunatamente pare infatti rendere più spregiudicati i malintenzionati, oltre che più vulnerabili le vittime designate. Numerosissimi i casi del genere denunciati negli ultimi mesi. A tal riguardo, emerge ancora una volta la necessità che i cittadini valutino con attenzione tutte quelle situazioni in cui si trovano di fronte ad offerte troppo convenienti, o interlocutori stranamente insistenti, dietro le quali spesso si celano malintenzionati dediti alle truffe.
Nel primo caso ad operare sono stati i Carabinieri di Loro Ciuffenna. Nel corso dell’indagine è stato evidenziato un modus operandi ormai tristemente “ricorrente”: la pubblicazione di un inserto su una piattaforma digitale di vendite online, proponendo il commercio di un oggetto particolarmente ambito, a un prezzo particolarmente vantaggioso. Una volta ricevuta la manifestazione d’interesse, al malcapitato di turno viene richiesto un pagamento anticipato, salvo poi trovarsi di fronte alla brutta sorpresa: la merce non verrà mai consegnata, oppure non sarà corrispondente a quanto riportato nell’inserzione.
In questo caso, si è altresì avuto l’esempio lampante di come gli autori di questo genere di reati siano estremamente versatili e prontissimi a cogliere le “opportunità” offerte dalle contingenze del momento. Basti pensare che l’oggetto della truffa – in un periodo di generale crisi dei prodotti energetici e di ricerca da parte delle famiglie di impianti di riscaldamento più economici, in vista del prossimo inverno – ha stavolta riguardato una fornitura di pellet. Un 55enne di Loro Ciuffenna, infatti, esplorando il web proprio alla ricerca di forniture a prezzi convenienti, o almeno non eccessivamente condizionate delle attuali distorsioni del mercato, si è imbattuto in un’offerta a prima vista decisamente interessante, pubblicata da un commerciante della provincia di Caserta.
A patto di ordinare un grande quantitativo dei pellet, infatti, l’uomo avrebbe avuto la possibilità di acquistare la partita ad un prezzo inferiore quasi della metà rispetto a quello attuale di mercato. È così comprensibile l’entusiasmo del malcapitato padre di famiglia, che sull’annuncio online si è visto chiedere, a titolo di acconto, “soli” 760 €, somma che lo stesso ha immediatamente provveduto a bonificare. Salvo poi attendere in vano l’invio della tanto desiderata materia prima, mai giunta a destinazione.
Al malcapitato, resosi conto del raggiro, e rimasto al freddo, non è restato che rivolgersi ai Carabinieri della Stazione di Loro Ciuffenna, i quali, partendo dalle informazioni fornite dalla vittima in sede di denuncia, sono riusciti a ricostruire il circuito truffaldino. Dopo una serie di accurati accertamenti elettronici e bancari, infatti, gli investigatori dell’Arma dei Carabinieri sono riusciti a risalire all’identità del truffatore, una donna della provincia di Caserta, gravata da svariati precedenti, che è stata deferita in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Arezzo per truffa online.
Ad analogo destino è andato incontro un 30enne di Avellino, finito sotto la lente d’ingrandimento dei Carabinieri della Stazione di Montevarchi, che hanno portato a compimento in tempi brevissimi un’indagine incentrata sulla manipolazione di servizi di home-banking. In particolare gli investigatori hanno identificato e deferito all’Autorità Giudiziaria un vero e proprio professionista dello ”PHISHING”. Dietro questa quasi impronunciabile parola inglese si cela un fenomeno criminale ormai dilagante. Si tratta, in sostanza, di una tecnica di frode incentrata sull’inoltro di e-mail contenenti il logo di un istituto di credito, con le quali alle ignare vittime viene richiesto di fornire dati sensibili.
Esattamente come successo in questo caso ove la vittima – un giovane studente montevarchino – ha ricevuto un link malevolo che la invitava ad aprirlo per collegarsi ai servizi online della banca. In realtà, ciò a cui ha fatto accesso altro non era che un sito “parallelo”, una sorta di clone dell’istituto bancario, nel quale riversano le proprie informazioni più riservate, consegnandole di fatto ai truffatori seduti dall’altro lato dello schermo.
Tale tecnica fraudolenta è stata denominata “SMISHING”, nome derivante dall’SMS, il “cavallo di Troia” impiegato dai truffatori esperti di questa tecnica per violare le difese della vittima designata. Nel caso in argomento, tutto è iniziato quando la vittima designata – un giovane imprenditore abitante nel paese ai piedi del Pratomagno– si è accorta che l’App per la gestione del servizio di home-banking, installata sul proprio smartphone, non funzionava più. Dopo pochi minuti dalla constatazione del malfunzionamento, ha ricevuto una telefonata da un soggetto che si è presentato quale operatore del servizio clienti dell’istituto, che, raggirando la vittima con una parlantina convincente, col pretesto di voler risolvere il malfunzionamento tecnico è riuscito a carpirne la fiducia, e a convincerla che di lì a breve avrebbe ricevuto via sms le indicazioni per risolvere il malfunzionamento.
In particolare il malfattore riusciva così a farsi consegnare, tramite l’inoltro di un link malevolo, le credenziali per la gestione del servizio di home-banking utilizzate, nelle ore successive, per disporre vari bonifici in proprio favore, per un totale di 2.700 Euro. Una volta raccolta la denuncia, dopo una serie di accurati accertamenti elettronici e bancari, gli investigatori dell’Arma dei Carabinieri sono infine riusciti a risalire all’identità del truffatore – un pregiudicato della provincia di Avellino – che è stato deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica.