“Oggi è una serata importante per la nostra città – le parole del sindaco Valentina Vadi – dopo 27 anni dall’autunno del 1996, quando i Cinque Tondi furono realizzati da Mauro Staccioli e installati lungo corso Italia, finalmente, stasera, abbiamo inaugurato la loro collocazione permanente, nel luogo che lo stesso artista aveva indicato come sede definitiva, lungo la direttrice che dal corso conduce all’area industriale di San Giovanni Valdarno”.
Le Ruote, così sono conosciute dai sangiovannesi, sono state presentate ufficialmente al pubblico ieri sera, sabato 15 luglio, posizionate nello spazio che funge da cerniera tra uno degli stabilimenti dell’ex-Italsider, la nuova zona industriale di Sant’Andrea e il nuovo accesso a nord della città. Rappresenta un intervento di riqualificazione dell’area, una “scultura a scala urbana” che si pone in un quadro di riconoscimento del valore civico dell’arte contemporanea nel sistema-comunità, che vuole intrecciare i luoghi e la loro memoria valorizzando i temi del lavoro e della città.
Un taglio del nastro particolarmente emozionante alla presenza anche della figlia dell’artista scomparso nel 2018, Giulia Staccioli.
“Sono felicissima in questo momento e davvero tanto emozionata”, ha commentato. “E’ stato un percorso lungo per vedere le sculture ricollocate. Questa sera i tondi sono bellissimi, è stato fatto un restauro stupendo. Le opere di mio padre devono vivere l’ambiente, fra le persone, devono poter dare l’opportunità di vedere lo spazio con occhi differenti. L’arte contemporanea nasce per porre dei quesiti, creare disagio, scatenare il dibattito. L’arte contemporanea non va necessariamente capita, deve impressionare e suscitare emozioni. E le opere di mio padre non lasciano certo indifferenti”.
La serata si è aperta con il saluto istituzionale del primo cittadino Valentina Vadi che ha ringraziato tutti i presenti: la figlia di Staccioli, Giulia, anche presidente dell’archivio Mauro Staccioli, Caterina Martinelli, supporto scientifico alla curatela della mostra “Mauro Staccioli. San Giovanni Valdarno 1996-2023” esposta in Casa Masaccio fino al prossimo 17 Settembre, Andrea Alibrandi, direttore dell’Archivio Storico Mauro Staccioli, la Galleria il Ponte che ha collaborato alle iniziative che il Comune di San Giovanni Valdarno ha dedicato, in questo 2023, a Mauro Staccioli, Claudio Lastrucci di Idea group, lo sponsor che ha consentito il restauro e la collocazione dei Cinque Tondi, Fausto Forte, direttore di Casa Masaccio i familiari e gli amici di Cristiano Marini, assessore alla cultura nel 1996 scomparso nel novembre del 2021. E poi i cittadini e le cittadine che hanno voluto condividere questo momento.
“Siamo soddisfatti di essere riusciti a recuperare, restaurare e inserire nel contesto urbano individuato da Mauro Staccioli i Cinque Tondi”, ha dichiarato Valentina Vadi. “Fin dal nostro insediamento, come Amministrazione comunale, abbiamo lavorato perché questa operazione, che dal 1996 non era stata possibile, potesse trovare compiuta realizzazione, ed oggi siamo orgogliosi di aver raggiunto questo obiettivo. Mauro Staccioli è stato un artista e uno scultore di profilo internazionale le cui installazioni si trovano in tante importanti città italiane e straniere da Roma, a Milano, a Perugia, a Prato fino a Seul, agli Stati Uniti, al Portogallo, alla Germania. Per noi è un onore e un privilegio poter avere questi Cinque Tondi esposti nella porta di accesso all’area industriale di San Giovanni Valdarno che ha visto, negli ultimi tre anni, uno sviluppo e una riqualificazione significativa, ed è senza dubbio un obiettivo che ci riempie di soddisfazione essere riusciti a restituire alla città le opere di un artista che al nostro territorio è stato legato in un passato non troppo lontano. ”Questa è una serata importante anche perché, per la seconda volta in questa stessa settimana, si riannodano i fili della memoria collettiva della nostra città: lo abbiamo fatto lunedì, intitolando l’area sportiva qua vicino al ricordo di personalità che hanno reso grande San Giovanni nello sport e nel calcio, e lo facciamo questa sera chiudendo un cerchio – per recuperare una delle forme geometriche più utilizzate da Staccioli – che dal 1996 ci conduce fino ad oggi e che ci consente di vedere collocato, finalmente, in forma permanente il gruppo scultoreo e di ricordare, a pochi anni dalla sua scomparsa, Cristiano Marini, che nel 1996 fu assessore alla cultura, che tanto amava e tanto ha fatto per la sua città, amico di tanti di noi, la cui prematura scomparsa ha lasciato, nella comunità sangiovannese, un vuoto difficile da colmare. Per questo è nelle nostre intenzioni di dedicare questo spazio urbano, quest’area a Cristiano perché anche questo sia un luogo affettivo ed identitario, in cui la cittadinanza possa riconoscere se stessa e le proprie radici. ”.
La parola è poi passata all’assessore alla cultura Fabio Franchi che ha raccontato l’arte di Staccioli, e il suo legame con la città, la connessione impressionante e fortissima con la comunità.
“Le forme, i luoghi, il paesaggio, l’ambiente urbano e il rapporto – provocatoriamente di incontro-scontro – tra spazio urbano e vita sociale, tra “urbano” e “comunità”. Questi i nuclei fondanti intorno ai quali ruota l’opera-pensiero-riflessione di Staccioli. Non solo l’oggetto artistico, non solo il paesaggio, ma l’oggetto-arte e il paesaggio (l’ambiente, l’urbano), in connessione con il paesaggio umano, con l’antropico, con la vita sociale e comunitaria. Ecco perché il gruppo scultoreo di Staccioli è sommamente, eminentemente provocatorio . Provocatorio da una parte perché con la sua imponenza stupisce e suscita reazioni, ci porta a vederlo, a vederlo in un contesto già definito, ci porta ad una reazione. Ma è provocatorio anche – e soprattutto – nel senso etimologico del termine. Perché da una parte ‘richiama altro, va oltre’. Il cemento che costituisce l’opera può essere visto come allusione alla città murata arnolfiana. La nuova collocazione, voluta da Staccioli, è in primis un’operazione di rigenerazione urbana ma è anche foriera di nuovi significati. Il gruppo scultoreo, infatti, campeggia di fianco a quella ferriera che dal 1872 ha segnato un nuovo sviluppo e un nuovo volto per San Giovanni e il Valdarno tutto, consentendo ad un piccolo centro di periferia, che viveva di artigianato e piccolo commercio, di diventare leader nella grande industria. Di più: è l’accesso a nord, cioè quello che connette con il capoluogo di Regione, nonché città d’arte, Firenze. Non solo. Per quanto impossibile da prevedere da parte di Staccioli al tempo, il gruppo scultoreo sorge a pochi passi dallo stabilimento Abb, che solo un paio di anni fa si è insediato a San Giovanni, e che rappresenta uno dei leader mondiali nella ricerca e nell’innovazione tecnologica. I Tondi costituiscono quindi una perfetta sintesi della storia – e del futuro – della città di San Giovanni, dialogano con il suo contesto urbano e paesaggistico, con la sua comunità, e con essi instaurano un proficuo rapporto di reciproca contaminazione e provocazione verso il futuro”. Poi un pensiero per Cristiano Marini: “Troppo presto e in modo troppo brutale te ne sei andato. Anche dopo aver lasciato la vita politica eri un punto di riferimento per tutta la comunità. Manchi a tutti noi. Questi tondi, questo omaggio, sono anche merito tuo, e vogliamo con questi ricordare in modo imperituro il tuo contributo alla cultura sangiovannese e alla comunità”.
Sul palco sono poi saliti Giulia Staccioli, Andrea Alibrandi e Caterina Martinelli mentre sullo schermo alle loro spalle scorrevano le immagini suggestive che ripercorrevano la storia delle “Ruote” dall’ottobre del 96 fino al restauro di pochi mesi fa e alla loro collocazione nella dimora attuale. Il ricordo di Cristiano Marini, assessore alla cultura nel 1996 e recentemente scomparso, è stato affidato alle parole di Marco Spadaccio, suo collega nella giunta comunale del ’96 presieduta dal sindaco Gennaro Lo Santo.
A seguire è stato proiettato il film “Corso Italia ‘96” di Alberto Tempi.
Mauro Staccioli è stato uno dei maestri della scultura, conosciuto a livello internazionale per le sue “sculture-intervento”, opere di dimensioni ambientali che con le loro forme geometriche essenziali si pongono in profonda relazione con gli spazi nei quali vengono collocate. Era membro associato dell’Académie Royale des sciences, des lettres et des beaux-arts de Belgique e Accademico Nazionale dell’Accademia di San Luca. Materiali semplici, come ferro e cemento e geometrie essenziali che irrompono nei paesaggi e scardinano ogni schema. Le opere del maestro Staccioli hanno conquistato mezzo mondo: prima l’invito alle Biennali veneziane, poi i successi in Germania, in Gran Bretagna, in Israele e in Francia, per arrivare alla sua prima personale negli States. Tante le installazioni-culto di Staccioli che troneggiano nelle colline di Volterra e che sono diventate vere e proprie icone per gli appassionati dell’arte.
“L’arte oggi deve lavorare sull’ipotesi, deve interrogare ed interrogarsi, e in questo senso lo spazio pubblico, cittadino, in particolare la strada […], sono il luogo più idoneo a sviluppare tale lavoro nella direzione di un coinvolgimento che superi il circolo ristretto degli specialisti.”(Mauro Staccioli, 1982)
Le sue sculture non sono autoreferenziali ma vivono in rapporto col contesto, il quale diventa al tempo stesso contenitore e contenuto, vero e proprio elemento strutturale.
E adesso anche San Giovanni Valdarno avrà il compito e l’onore di custodire il gruppo scultoreo dell’artista Mauro Staccioli.