Home Attualità Teatro Comunale di Laterina: sabato 21 gennaio va in scena “La Zanzara”

Teatro Comunale di Laterina: sabato 21 gennaio va in scena “La Zanzara”

Sabato 21 gennaio ore 21,15 primo spettacolo del 2023 della stagione del Teatro Comunale di Laterina “Riportando tutto a casa”, sul palco I PRESTAVOCE interpreti di una pièce in prima assoluta “LA ZANZARA” di Alessandro Giuseppe Tedesco regia di Manola Rosadini produzione associazione culturale Paro Paro. 

La Zanzara è un dramma in tre atti che affronta il tema di quanto l’uomo abbia smarrito la capacità di cogliere tutto il brutto, la banalità, la saccenza inutile e la mostruosità che lo circonda e contribuisce ad eleggerli unica realtà possibile, e pertanto unica bellezza possibile. A tutto questo l’uomo si deve adattare e omologare. La poesia che ha permesso all’uomo di descrivere e concepire ciò che lo circonda, avvicinandosi all’armonia dell’Amore Divino con cui tutto è stato creato, è stata via via perduta, attraverso l’impoverimento e l’imbarbarimento del lessico che l’uomo ormai usa da tempo. La Zanzara è la voce della Poesia che afferma: ”Io sono, in questo mondo come la zanzara, nessuno la ama, nessuno la vuole, tutti la vogliono schiacciare, ma come la zanzara, sono capace di volare oltre i muri di cuori umani e mescolarne il sangue”. Il tempo in cui il dramma si svolge è l’oggi; può essere il domani.

Il protagonista è Agostino, dipendente di una multinazionale, un uomo alla ricerca del significato della propria esistenza. Egli da un po’ di tempo, si esprime con un linguaggio poetico e musicale, e questo atteggiamento crea negli altri dipendenti sconcerto ed estasi, dubbi e domande. Sarà chiamato dalla dirigenza a rispondere al perché non si conformi e non riesca a omologarsi come tutti gli altri dipendenti. Sullo sfondo del primo e secondo atto c’è un letto: la scena cui assistiamo appartiene al mondo onirico di Agostino o è quello che avrebbe voluto che la sua vita fosse, ma ahimè ormai non ha più tempo?

Il terzo atto lascerà al lettore e allo spettatore decidere, ma indicherà ad Agostino una nuova via: lasciare il posto alla Poesia “dolce frutto della danza nascosta della luce dell’anima che manifesta il suo amoroso legame con il Divino”, l’unica che può “ridare una forma armonica a ciò che è deforme per il cattivo umano pensare”. Le parole della Poesia danzano annunciando e glorificando l’amore infinito che dal Divino discende e a chi le conosce danno vita eterna e l’averne coscienza crea il mondo. Così Agostino, può morire, diventando esso stesso poesia, perché alla fine rimarrà solo la Poesia.

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