di Stefano Pezzola
Segnate bene nella Vostra agenda questa data: 15 gennaio 2023.
Non è il giorno deciso per dichiarare un nuovo stato di emergenza sanitaria – almeno lo spero – ma certamente è un nodo cruciale per moltissime aziende che si troveranno a dover pagare oltre 2 miliardi di euro alle Regione.
Di che cosa si tratta?
Si chiama Paypack, trova applicazione sui dispositivi medici ed obbligherà le imprese del comparto sanità a rimborsare il 50% delle spese effettuate in eccesso dalle Regioni mettendo a rischio migliaia di imprese, posti di lavoro e forniture ospedaliere.
In altre parole lo Stato ha chiesto alle imprese del settore di ripianare metà dello sforamento della spesa sanitaria per i dispositivi medici, un conto davvero salato da oltre 2 miliardi.
Dispositivi salvavita, strumenti per dialisi, valvole cardiache, protesi e ferri chirurgici, sono soltanto alcuni dei dispositivi medici che potrebbero mancare negli ospedali a partire dal 15 gennaio 2023.
Sono quattro anni di arretrati, dal 2015 al 2018, di una tassa a carico dei fornitori di dispositivi medici introdotta nel 2014 dal governo Renzi per ripianare il deficit delle sanità regionali.
Una tassa sino ad oggi rimasta sulla carta.
Ma il decreto Aiuti Bis ha dato il via libera alla riscossione, dopo che il Ministero della Salute ha certificato uno sforamento dei tetti di spesa.
Le aziende fornitrici degli ospedali sono già in ginocchio e molte – soprattutto le più piccole – rischiano di chiudere dopo aver ricevuto dallo stato la richiesta di partecipare al 50% dello sforamento.
Nel caso le imprese non dovessero pagare entro il 15 gennaio 2023 le Regioni potranno compensare le somme dovute con i debiti che vantano nei loro confronti.
A gennaio potremmo trovarci davanti ad una crisi senza precedenti da un punto di vista sanitario ed economico.
Se il governo Meloni non troverà il modo di mettere una toppa al pasticcio di Mario Draghi, rivedendo integralmente la norma sul Payback, gli ospedali a gennaio avranno molte difficoltà a reperire dispositivi medici e prodotto fondamentali.