di Stefano Pezzola
Poiché il quotidiano La Repubblica non sanno più come giustificare le reazioni avverse certificate da Eudravigilance dovute ai farmaci a mRNA per la Covid-19 devono costruire fantasiose narrazioni sulle cause psichiatriche come l’effetto nocebo.
Peccato che miocarditi, danni neurologici, malori improvvisi e quant’altro non siano certo generati dalla paura per il vaccino.
“Per effetto nocebo, opposto al noto placebo, negli scettici è più facile che la vaccinazione anti-Covid scateni reazioni avverse, con differenze tra uomini e donne” scrive il quotidiano romano nella sezione salute.
Ed aggiunge che “temere le reazioni avverse di un vaccino con Covid potrebbe favorire dopo averlo ricevuto la comparsa di febbre, brividi, malessere, stanchezza ed altri effetti indesiderati“.
Ora, forse non è neppure chiaro a Repubblica che “l’effetto nocebo si verifica quando un soggetto reagisce negativamente a seguito della somministrazione di una sostanza inerte, ma percepita come potenzialmente nociva“.
Nel caso in oggetto riterrei opportuno affermare che non si tratta certo della somministrazione di una sostanza inerte – il farmaco/vaccino mRNA appunto – a meno che si voglia far intendere che ancora oggi presso gli hub vaccinali stia proseguendo il trial di livello II in doppio cieco con placebo.
“Gli eventi avversi dopo il trattamento con placebo sono comuni negli studi randomizzati e controllati: la raccolta di evidenze di effetti nocebo nei lavori sui vaccini è importante perché spesso le persone manifestano preoccupazione per i possibili eventi avversi all’inoculazione e scetticismo generale in relazione al vaccino“.
Ma nel nostro caso non siamo mica in presenza di studi randomizzati e controllati di sperimentazione, vero?