MONTEVARCHI – 36 ore di lavoro ininterrotto dei Carabinieri della Stazione di Montevarchi hanno consentito di identificare e sottoporre a fermo di indiziato di delitto il soggetto che nel primo pomeriggio di mercoledì aveva perpetrato una rapina a mano armata ai danni di un negozio di abiti da sposa ubicato nel quartiere Pestello della cittadina valdarnese.
Un’indagine-lampo, come si suol dire, resa possibile grazie allo sforzo corale dei Carabinieri della Stazione, che, mettendo in pratica i metodi di indagine più tradizionali, e soprattutto un grandissimo spirito di abnegazione, sono riusciti ad identificare immediatamente il reo.
La rapina risale alla giornata di mercoledì.
La Centrale Operativa della Compagnia di San Giovanni Valdarno riceve una telefonata da parte di una dipendente del negozio, che, ancora fortemente scossa, segnala di aver appena subito una rapina a mano armata.
Immediatamente vengono diramate le ricerche, e, contestualmente, vengono inviate sul posto le pattuglie della Stazione e del Nucleo Operativo, per i primissimi rilievi. Grazie alle dichiarazioni dei testimoni, e alle immagini riprese dal circuito di videosorveglianza, sin da subito il quadro è estremamente chiaro: un giovane, incappucciato e con la mascherina, giunto a piedi in prossimità del negozio, dopo un brevissimo sopralluogo è entrato all’interno, e, minacciando la commessa con un cacciavite, si è fatto consegnare il denaro contante presente in cassa (alcune centinaia di Euro), per poi darsi a precipitosa fuga a piedi.
Un’azione fulminea, considerato che il tutto è durato meno di un minuto. Indice, probabilmente, di grande spregiudicatezza ad abitudine a delinquere, è la prima intuizione degli investigatori, che di conseguenza sin da subito concentrano le ricerche sui pregiudicati del luogo. I primissimi riscontri, però, compiuti da tutte le pattuglie in servizio nel pomeriggio di mercoledì della Compagnia Carabinieri di San Giovanni Valdarno, danno esito negativo. In buona sostanza, tutti i soggetti sui quali viene concentrata l’attenzione hanno un alibi che li scagiona.
Nel frattempo, i Carabinieri della Stazione di Montevarchi proseguono con la certosina analisi delle telecamere private e comunali disseminate lungo l’itinerario di arrivo e di fuga del rapinatore. Un lavoro immenso, fatto dell’estrapolazione della visione di ore e ore di filmati, reso ancor più arduo dalla necessità del cosiddetto “azzeramento”, ossia di dover sincronizzare, ex-post, tutti gli orari degli svariati impianti analizzati. Un lavoro che dura tutta la notte, fino alla tarda mattinata di giovedì. Un lavoro che dà però i suoi frutti, dato che i Carabinieri riescono a seguire tutta la fuga del rapinatore, e a scoprire che, in una zona d’ombra, non coperta da telecamera, lo stesso si è liberato del giubbotto verde indossato per la rapina. Lo vedono, addirittura, inquadrato mentre si nasconde sotto una macchina al passare di una pattuglia dei Carabinieri, poco più di un minuto dopo la rapina. E continuano a seguirlo, sebbene abbia indosso nuovi indumenti. Infine, grazie ad alcune immagini più nitide, riescono ad identificarlo. Si tratta di un pregiudicato originario della Provincia di Trento, gravato da diversi pregiudizi per reati contro il patrimonio e già coinvolto in svariate altre vicende giudiziarie nel territorio.
Identificato l’uomo, vengono immediatamente diramate le ricerche. A casa non ve ne è traccia, e nemmeno nei luoghi solitamente frequentati. Infine, il personale della Stazione Carabinieri di Montevarchi riesce a localizzarlo, nel pomeriggio di giovedì, mentre si trovava all’interno della propria auto, già carica dei bagagli e di tutti gli effetti personali necessari per allontanarsi verso “acque più tranquille”. Ad ulteriore riscontro dell’ipotesi investigativa, l’uomo indossava addirittura ancora le scarpe utilizzate durante la rapina.
Il quadro indiziario, a quel punto, non lasciava più dubbi, e lo stesso dicasi per la sussistenza del pericolo che l’uomo potesse darsi alla fuga. Di conseguenza, il pregiudicato è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto, e, su disposizione della Procura della Repubblica di Arezzo, tradotto presso la casa circondariale cittadina.