Il 3 dicembre alle 17 a Palomar, la Casa della cultura di San Giovanni Valdarno, il pittore e saggista Marco Fidolini parlerà degli artisti del manifesto pubblicitario dall’Ottocento agli anni Venti – Trenta.
Saranno gli artisti del manifesto pubblicitario i protagonisti del prossimo appuntamento con “Pro e Contro. Frammenti di storia dell’arte dall’Ottocento al Novecento” il ciclo di incontri tenuti dal pittore e saggista Marco Fidolini che stanno riscuotendo un grande successo.
Nato a San Giovanni Valdarno, dal 1965 – anno di esordio ufficiale, galleria Vigna Nuova di Firenze – Fidolini ha allestito numerose personali e partecipato a rassegne nazionali e internazionali. Degli anni Settanta sono le sue prime acqueforti e ben presto l’attività incisoria va ad affiancarsi a quella della pittura la cui ricerca si fonda intorno all’iconografia metropolitano-industriale. Dalla metà degli anni Novanta, ha dato vita ad una serie di oggetti – sculture mutuati dalla coroplastica etrusca. Numerose sono le mostre alle quali l’artista ha preso parte a livello nazionale; una nutrita raccolta di acqueforti è conservata presso il Gabinetto di disegni e stampe degli Uffizi e al Museo della Grafica Palazzo Lanfranchi di Pisa.
A Palomar, la Casa della Cultura di San Giovanni Valdarno Marco Fidolini tiene incontri dedicati all’arte e all’esperienza della fruizione, un viaggio tra i principali artisti che hanno segnato il passaggio dall’Ottocento al Novecento con un approccio inedito, ricco di spunti di riflessione e tematiche affascinanti. Titolo dell’incontro di sabato prossimo sarà “Artisti del manifesto pubblicitario. Dall’Ottocento agli anni Venti – Trenta”.
Appuntamento successivo sabato 17 dicembre con “Impegno civile e politico. Da Goya al primo Novecento”.
Marco Fidolini è nato a S. Giovanni Valdarno nel 1945. Pittore ed incisore si dedica anche alla saggistica d’arte. Dal 1965 – anno di esordio ufficiale, galleria Vigna Nuova di Firenze – ha allestito numerose personali e partecipato a rassegne nazionali e internazionali. Nel 1970 ha iniziato a realizzare le prime acqueforti; successivamente l’attività incisoria e la stampa sono divenute un altro mestiere parallelo alla pittura. Una sua nutrita raccolta di acqueforti è conservata presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze e presso il Museo della Grafica Palazzo Lanfranchi di Pisa.
Tra il 1994 e il 1997 ha realizzato una serie di oggetti-sculture mutuati dalla coroplastica etrusca.
Il lavoro dell’artista si è distinto fin dal 1965 per una sua specifica connotazione esistenziale espressa in simbiosi fra linguaggio artistico e implicazioni sociali attraverso una sorta di cicli iconografici in cui le tematiche della città e dell’industria, o i loro reperti tecnologico-urbanistici, hanno assunto ruoli primari.
Nella sua ricerca artistica si sono rilevati, in più occasioni, gli aspetti neo-metafisici e neo-oggettivi o le stratificazioni culturali degli esiti tedeschi degli anni Venti del visionario Magischer Realismus o di quello, forse più calzante, della Neue Sachlichkeit. Sono altresì fortemente presenti alcuni modelli pittorici della tradizione quattrocentesca toscana e nordica per certe fissità plastiche e indagini lenticolari.
È stato inserito fra i Segnalati Bolaffi della pittura per gli anni 1979 (da Giorgio Di Genova) e 1982 (da Duilio Morosini) e della grafica per il 1980 (da Duilio Morosini). Presente in Storia dell’arte italiana del ‘900 – Generazione anni Quaranta (vol. I e vol.II, di Giorgio Di Genova).
Ha pubblicato, fra l’altro: I marmi dell’autunno (1965), Metropolis ed altro (1984), Lucio Venna – Dal Secondo Futurismo al manifesto pubblicitario (1987), Tecnica e mestiere (1988), Impegno e realtà – Da Masaccio alla Nuova Oggettività (1991), Lucio Venna – 10 disegni inediti, 1920 (1994), Comunardo Calussi – Geometrie e arcaismo nell’avanguardia (1997), Lucio Venna – Il siero futurista (1998), Ipogeo – Sembianze e sorrisi di pietra (1999), Canopi & affini (1999), Masaccio – L’occhio ribelle e la coscienza critica (2001), Pustole – Divagazioni sull’arte e sul costume (2003), Lucio Venna e il Carnevale di Viareggio (2004), Arte e artificio – Disvalori, mistificazioni e deliri (2008), Un grande mestiere amaro – Memorie, testimonianze e riflessioni di un pittore (2009), Fuori registro – Gli artisti e la scrittura (2012), Il Novecento a zigzag – Effrazioni critiche sugli aspetti figurativi della pittura (2015), Scritti su Masaccio-Certezze e dubbi (2020).
Sulla sua attività artistica sono state pubblicate le seguenti edizioni monografiche: Da i guerrieri alle torturapie (a cura di Mauro Corradini, 1976), Atmos e Thanatos (a cura di Dario Micacchi, 1983), Progetti 1966/1980 (a cura di Elvio Natali, 1985), Fidolini 1965/1985 (a cura di Pier Carlo Santini, 1986), Acqueforti (a cura di Alfonso Panzetta, 1991), Homo faber (a cura di Mauro Corradini, 1992), Fidolini – Il trittico del delfino (a cura di Elvio Natali, 1993), Fidolini – Il vento orbicolare dell’arte (a cura di Riccardo Notte, 2000), Fidolini – 30 disegni (testo dell’autore, 2004), La scatola di Dachau et cetera (AA.VV. 2010), Fidolini – Ordinario/Straordinario (a cura di Nicola Micieli, 2010), Marco Fidolini – Polittici 1983/2015 – Epifanie metropolitane (a cura di Giorgio Di Genova).