“Pandemia da Covid-19: è il momento di riflettere”: articolo pubblicato sulla rivista dell’Ordine dei Medici di Arezzo

Domenica 12 giugno 2022 alle ore 16.00 presso la Sala della Borsa Merci ad Arezzo avevamo avuto il privilegio di poter porre alcune domande alla dr.ssa Patrizia Gentilini, Oncologo-Ematologo, ISDE Forlì-Cesena.
Guarda il video.

 

Con molto piacere ed un pizzico di stupore abbiamo appreso della pubblicazione di un articolo a firma della dr.ssa Gentilini sul numero 58 della rivista Il Cesalpino, pubblicazione ufficiale dell’Ordine dei Medici di Arezzo.
https://www.omceoar.it/presentazione
Articolo dal titolo “Pandemia da Covid-19: è il momento di riflettere“.
Al seguente link è possibile scaricare il file pdf:
Pandemia_momento di riflettere_Paola Gentilini_2023_Cesalpino 58
Scrive la dr.ssa Gentilini ma invito i lettori a leggere con attenzione tutto l’articolo molto circostanziato:
L’infezione da SARS-CoV-2 non ha mai rappresentato un problema clinicamente rilevante nei più giovani, anche perché ben presto fu chiaro che erano soprattutto i soggetti anziani, specie con comorbidità, ad essere particolarmente a rischio se infettati da SarS-CoV-2. I bambini viceversa sono anzi apparsi particolarmente resistenti alla forma originaria del virus, con Omicron la contagiosità è stata più elevata, ma con manifestazioni cliniche ancor più blande. Nonostante le caratteristiche di benignità di COVID-19 in giovane età, dopo l’approvazione ricevuta da EMA, l’uso di vaccini mRNA nel nostro paese è stato fortemente
promosso prima dai 12 ai 19 anni, poi dai 5 agli 11 e di recente anche dai 6 mesi in soggetti fragili, ma altri paesi si sono comportati diversamente”.
Aggiungendo che:
Un recente articolo fornisce una esauriente disanima del problema e mette in luce che già appellare “vaccini” queste sostanze ha rappresentato un grave malinteso, infatti l’mRNA ivi contenuto non è in grado di innescare alcuna risposta immunitaria anti-SARS-CoV-2 a meno che non venga tradotta dal metabolismo cellulare endogeno in una frazione attiva, la proteina Spike virale. Pertanto essi si dovrebbero più correttamente definire “profarmaci”, perché serve un coinvolgimento attivo delle cellule dell’ospite. La puntualizzazione non
è solo semantica, ma ha profonde ricadute per quanto attiene l’iter autorizzativo che, nel caso dei “vaccini”, non prevede valutazioni di farmacodinamica, farmacocinetica e farmacologia clinica“.
E ribadendo quello che afferma ormai da oltre due anni ovvero che:
Questi prodotti sono stati presentati come sicuri, affermando che venissero rapidamente eliminati; viceversa sia l’mRNA del vaccino che la proteina Spike indotta sono stati ritrovati nei linfonodi ascellari fino a 60 giorni dopo la seconda dose di Moderna e BioNTech-Pfizer, la proteina Spike si ritrovata anche nelle biopsie endomiocardiche di pazienti con miocardite che nel cuore di deceduti. Poiché la traduzione dell’mRNA avviene potenzialmente e in modo imprevedibile in qualsiasi tessuto e organo, non è escluso che una produzione inappropriata rappresenti un importante fattore di rischio per il danno tissutale locale, portando a miocardite, neuropatie centrali e periferiche, vasculopatie, miopatie, endocrinopatie e altri gravi quadri clinici. E’ inoltre accertato che la Spike indotta dal vaccino“.
Che dire, fa molto piacere che l’Ordine dei Medici di Arezzo abbia deciso di pubblicare sulla propria rivista ufficiale un punto di vista che si discosta davvero molto dalla stucchevole narrazione ufficiale che da oltre tre anni glorifica come salvifici farmaci mRNA che tutto sono tranne che vaccini.