Promuovere la sostenibilità, il riuso/recupero, lo stare insieme, la tutela della biodiversità, il senso civico e di responsabilità verso gli spazi pubblici, produrre cibo, cura e bellezza.
Con queste finalità prende avvio – sabato 15 maggio – il secondo ciclo progettuale dell’orto-giardino diffuso a Terranuova. Lo scorso aprile, infatti, per la seconda volta il comune di Terranuova si è aggiudicato il finanziamento regionale nell’ambito dell’iniziativa “Centomila orti in Toscana” per riqualificare arie marginali e sotto sfruttate.
Il complesso di orti – creato nel 2017e portato avanti dall’Associazione il Grano e le Rose in collaborazione con l’Associazione Pandora – ha creato una comunità che ha offerto alla cittadinanza, anche durante la fase più acuta della pandemia, uno spazio all’aperto, condiviso, nel rispetto delle norme anti-covid, dove trascorrere del tempo e produrre del cibo di sussistenza, coltivato con tecniche e metodi sostenibili.
“Anche per questa seconda fase progettuale – ha detto l’assessora alla cultura, Caterina Barbuti – ci
si avvarrà del supporto dell’Associazione il Grano e le Rose, individuata dall’amministrazione come associazione affidataria del complesso orticolare. L’attività del precedente progetto – ha aggiunto – ha prodotto la nascita di cinque complessi di orti diffusi su tutto il territorio comunale, ognuno con una peculiarità specifica (orto cultura, orto aperto, orto di quartiere, orto di classe, orto contaminato). Un modo per far vivere gli spazi del nostro territorio con amorevolezza e responsabilità, impegnandoci per la tutela e la salvaguardia delle biodiversità”.
“Il Progetto Orto Diffuso su Terranuova Bracciolini – ha detto Barbara Nappini dell’Associzione Il
grano e le rose – è soprattutto un ambizioso progetto culturale che utilizza l’orto come contesto fisico
e metaforico per riflettere su temi ampi ed urgenti come la sostenibilità, l’uso dello spazio pubblico, la provenienza del cibo, la tutela della biodiversità, l’intercultura e l’intergenerazionalità, in una dimensione collettiva ed inclusiva. Questa seconda fase, che prevede nuovi eventi diffusi di formazione ed esperienze laboratoriali, si impernia sulla creazione di una biblioteca dei semi (“Seed library”), all’interno della biblioteca Le Fornaci di Terranuova. La biblioteca dei semi, oltre a conservare concretamente il germoplasma, intende richiamare l’attenzione sul tema della tutela della biodiversità trasformandola in pratica quotidiana e diffusa”.