di Laura Privileggi
Mentre Leopoli è sotto assedio insieme al resto dell’Ucraina dal 24 febbraio scorso perché invasa dalle forze militari russe, c’è una donna a Figline Valdarno che dalle prime ore di quel terribile giorno si sta facendo in quattro per aiutare il suo popolo e la sua città che è proprio Leopoli.
Si tratta di Nadia Skochypets una signora dall’aspetto gentile che da molti anni vive nel Comune di Figline dopo essersi trasferita in Italia. Una donna in gamba, dinamica che ha sempre lavorato per la sua famiglia lasciata in Ucraina dove vivono le sorelle, i nipoti ed altri parenti con i quali è costantemente in contatto, mentre racconta la sua storia ha il cellulare acceso e aspetta da loro notizie attimo dopo attimo. “Sono terrorizzati, dice, vivono con il suono delle sirene nelle orecchie, non dormono di notte, la loro vita è un incubo.”
Nadia appena messo piede in Italia, dopo essersi sposata con un figlinese ed aver fatto la badante, aveva aperto un panificio nel centro di Figline che successivamente ha dovuto chiudere per la poca attività. Ha un figlio trentenne che vive a Firenze ed è già nonna nonostante i suoi 54 anni. E’ una donna altruista, ha un amore spasmodico nei confronti degli animali con i quali ci racconta, ha sempre convissuto, fin da piccola, in Ucraina. Nata da una famiglia molto povera la sua infanzia l’ha trascorsa in un collegio. Anche se era cagionevole di salute cercava di essere operosa con chi le stava vicino. Negli anni passati racconta, ha aiutato alcune associazioni animaliste del Valdarno per far sterilizzare i gatti randagi di Figline, senza nessun aiuto economico.
Insomma una persona con lo sguardo rivolto ai più deboli, una donna come tante forse, delle quali però si parla troppo poco. In questo periodo drammatico, da sola, sta facendo l’impossibile collegandosi con sindaci ed ex sindaci ucraini per avere permessi speciali che agevolino il suo lavoro di cooperazione umanitaria.
Nadia ha un presente sereno, vive in una bella casa con suo marito, quella parte della sua triste vita trascorsa in Ucraina vorrebbe dimenticarla, forse lo stava già facendo prima della guerra, è felice di abitare in Toscana dove si sente sicura, attorniata da persone che la amano.
“La guerra in Ucraina racconta Nadia nell’intervista, è stata un fulmine a ciel sereno, un dolore immenso, un ritorno al passato, perché la paura nei confronti della Russia ha sempre coabitato in me e in noi ucraini, uno spettro da combattere giorno dopo giorno.”
“Ho reagito immediatamente, ho chiesto aiuto per il mio popolo ai figlinesi che hanno risposto subito in coro e con grande entusiasmo. Dall’inizio della guerra ho inviato annunci e richieste ai servizi sociali, tra cui Croce Rossa e Misericordia che hanno risposto prontamente, ho già spedito grazie a loro e ai privati cittadini 50 tonnellate di viveri e medicinali che partono una volta alla settimana da casa mia con dei camion e furgoni carichi di provviste, medicinali e vestiario. Destinazione Leopoli, dove tutto viene smistato verso Kiev, Mariupol, Odessa e tutte le città ucraine ormai sotto assedio da quasi un mese.
Nadia inoltre, ha già trovato ospitalità a tredici rifugiati ucraini che hanno ricevuto asilo a Castelfranco, a Bucine e a Figline nel centro storico.
Nadia alla fine dell’intervista chiede la pace e si augura che Putin ritiri le armi metta fine in qualche modo a questa guerra a questa invasione voluta da lui stesso, una guerra conclude Nadia, ripudiata non richiesta, perché un uomo, anche se malvagio non può da solo, tenere in pugno l’umanità intera con morte e distruzione. Come non darle ragione?