Paradise, Bruce Spingsteen
Una foto di come piace il mare a me.
Vuoto, e se nuvoloso, è affascinate uguale.
In questa foto ero a Malibu per un ultimo dell’anno in completa solitudine, a gustarmi i millimetri dei mie pensieri.
Nel Ferragosto in cui le persone cercano il picco della Vita in situazioni vacanziere, di eccitazione, del fare extra routine,
io preferisco la Solitudine,
riempita di pensieri leggeri.
Il brano Paradise di Bruce Springsteen incluso nel CD che uscì appena dopo l’11 settembre scatenò una serie di interpretazioni.
Tutti i pezzi di quel CD sono multi livello, cioè applicabili all’attentato, ma anche ad altro.
Si è detto che la canzone poteva essere gli ultimi momenti di un kamikaze suicida,
ma sinceramente si fa fatica a raccordare tutti gli elementi della canzone con quella situazione.
Si potrebbe dire che l’ultima strofa parla di un annegamento,
ma potrebbe essere una semplice licenza poetica, una similitudine.
…sprofondo nell’acqua fresca e chiara, verso il basso, e scompaio…
Preferisco pensarla nel suo significato più semplice,
della ricerca col pensiero di una persona che manca,
non necessariamente morta come potrebbe far pensare la parola Paradiso.
Nel mercato affollato vado alla deriva navigando da faccia a faccia, trattengo il respiro e chiudo gli occhi ed aspetto il paradiso…
Tocco e sento i tuoi capelli, il tuo odore aleggia nell’aria,
accarezzo la tua guancia con la punta delle dita
ed aspetto il paradiso…
cerco te dall’altra parte del fiume dove il fiume scorre pulito e largo,
fino a che nel mio cuore crescono le acque…
Dopo l’11 settembre Bruce Springsteen fu avvicinato per strada da un automobilista
che tirando giù il finestrino disse,
Ora abbiamo bisogno di te.
Bruce impacchettò 15 pezzi in 2 CD,
e fu una bomba emotiva.
Stai in casa,
e fai andare di continuo questa canzone.
Ricorda
che Meno è Più,
e sii contento che,
ascoltando in questo momento i Battiti del Tuo Cuore,
sei Vivo dal Battito Precedente a quello Successivo.
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Piero ROSSI
Aretino Turista ad Arezzo,
itAlien Immigrato in Italia
info@pierorossi.it
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Viaggiare è fatale al pregiudizio, al bigottismo, ed alla ristrettezza mentale,
e per questi motivi molta della nostra gente ne ha fortemente bisogno.
Vedute ampie, sane, caritatevoli degli uomini e delle cose
non possono essere acquisite
vegetando tutta la propria vita in un piccolo angolo della terra.
Mark TWAIN,1869