Peter Sloterdijk, Emanuel Vilas, tra i protagonisti della terza edizione del Moby Dick Festival dall’8 all’11 ottobre a Terranuova Bracciolini. Il Sindaco Chienni: “Dobbiamo riabituarci alla pluralità di pensiero. E anche questa volta, il Moby Dick ci darà una preziosa occasione in tal senso”.
Torna, nella sua terza edizione, il Moby Dick Festival, organizzato e promosso dal Comune di Terranuova Bracciolini con il patrocinio del Consiglio Regionale della Toscana.
“In continuità con il programma di altissimo valore delle precedenti edizioni, anche per il 2020 il Moby Dick vanta un calendario ricco ed accurato – ha detto il Sindaco,Sergio Chienni – e per questo ringrazio la direzione artistica di Elisa Sommaruga. Anche quest’anno il Festival sarà occasione di riflessione e confronto.
Da una parte, – ha detto il primo cittadino – credo che dobbiamo riabituarci alla pluralità di
pensiero, spesso non riusciamo a convincerci che non c’è una verità assoluta individuale, ma si tratta di un percorso che si costruisce insieme, un modo di crescere con la nostra comunità. Dall’altra parte, e lo dico anche da amministratore, abbiamo lo sguardo sulla contingenza, sull’urgenza, invece avremmo bisogno di darci il tempo e il modo di riflettere e confrontarci, anche con idee nuove per ripensare il nostro presente e il nostro futuro. E anche questa volta, il Moby Dick ci darà una preziosa occasione in tal senso”.
Tema conduttore dell’edizione, «Il Rumore del Tempo». “Credo che la pandemia ci abbia insegnato quanto siamo legati gli uni agli altri e quanto ci sia mancato lo stare insieme e il Moby Dick sarà proprio un’occasione per riscendere nella nostra piazza incontrarsi, ascoltarsi, dialogare e confrontarsi” conclude Caterina Barbuti, assessore alla cultura.
“Crediamo sempre di più alla cultura come scheletro portante della società con benefici imprescindibili a livello di individuo e di collettività, come modello di sviluppo. Cultura come modo per non girare sempre intorno agli stessi pensieri, cultura come leva perché la realtà non si appiattisca su semplici opinioni” hanno dichiarato gli ideatori e curatori del festival, Elisa Sommaruga e Paolo Martini.
“Moby Dick si alimenta anche del desiderio di nutrire e raffinare la sensibilità rispetto al nostro agire nel mondo e potenziare le capacità di creare e costruire occasioni. Abbiamo inaugurato la prima edizione sviluppando il tema de «La comunità e le relazioni» per poi farlo seguire da «Il potere delle parole». Sarà «Il Rumore del Tempo» ad accompagnarci nella successione di eventi pensati per l’edizione di quest’anno. Il 2020 rimarrà per tutti noi scolpito nel cuore e nella mente come un anno di rottura. «Il Rumore del Tempo» sarà l’edizione in risposta a questo salto di certezze e paradigmi”.