Mesi di molestie e pedinamenti: stalker tratto in arresto dai carabinieri

I Carabinieri della Compagnia di San Giovanni Valdarno hanno portato a termine l’ennesima indagine sul fenomeno oggi comunemente chiamato “violenza di genere”, uno dei mali più sentiti dei tempi attuali, sui quali si sta creando sempre maggior consapevolezza. Ieri hanno infatti localizzato e ristretto in regime di arresti domiciliari un giovane, già gravato da precedenti specifici, gravemente indiziato dell’odioso delitto di “atti persecutori”, termini tecnici per indicare quelle condotte più comunemente note come “stalking”.

L’odierna vicenda affonda le radici in una pregressa indagine, condotta, al pari di quella di cui trattasi, sempre dai Carabinieri della Stazione di Levane. Lo scorso dicembre, infatti, la vittima – che per riservatezza sarà chiamata col nome di fantasia di Maria – aveva trovato il coraggio di affidarsi ai Carabinieri e denunciare molestie protrattesi per quasi un anno, da parte di un giovane residente in Valdarno. Nella denuncia, Maria – anche lei da tempo residente in Valdarno – aveva raccontato nei dettagli l’incubo che stava vivendo ormai da troppo tempo. Tutto era iniziato nei primi mesi del 2020, quando un trentenne del luogo l’aveva notata sul posto di lavoro, ed aveva iniziato ad avanzare avances sempre più pressanti. Sebbene la donna non avesse mai dato adito a false speranze, declinando cortesemente, ma con fermezza, le insistenze del giovane, quest’ultimo aveva continuato imperterrito a farle pressioni, tempestandola di decine di messaggi al giorno sui social e sulle chat di uso comune. Maria, riversando piena fiducia nel Comandante di Stazione che annotava quanto riferitogli, aveva altresì raccontato dei regali inopportuni che arrivavano in continuazione, anche sul posto di lavoro, delle avances fatte in pubblico, addirittura degli episodi in cui il trentenne l’aveva pedinata, fin quasi sotto casa. Una situazione in definitiva diventata insopportabile per la donna, che, avendo iniziato a temere per la propria sicurezza, aveva quindi infine deciso di compiere il primo, importantissimo, passo: quello della denuncia. Anche in virtù della delicatezza della vicenda, le indagini dei Carabinieri della Stazione di Levane furono tempestive ed accurate, nulla fu lasciato al caso: lo stalker fu identificato, arrestato, processato e condannato, il tutto nel volgere di pochi mesi.

Nonostante ciò, pochi mesi dopo, l’indesiderato spasimante si è nuovamente fatto vivo, perseguitando Maria con le proprie spasmodiche, insopportabili, avances. Esasperata, la giovane donna, che sperava di essersi lasciata la vicenda alle spalle, si è nuovamente affidata ai Carabinieri della Stazione di Levane, che, anche stavolta, hanno immediatamente effettuato tutti i possibili accertamenti investigativi. Hanno acquisito ed analizzato centinaia e centinaia di dati relativi alle chat ed ai social network, esaminato i video dei circuiti di videosorveglianza del luogo di lavoro e di alcuni sistemi comunali, escusso a verbale tutte le persone che potessero testimoniare in ordine agli episodi narrati dalla vittima. Al termine degli accertamenti, sono così riusciti a documentare le molestie dell’indagato, giunto addirittura a pedinare la propria vittima durante i suoi spostamenti quotidiani, noncurante della presenza anche della figlia poco più che neonata. La tempestiva attività d’indagine è stata quindi dettagliatamente refertata ed inviata all’Autorità Giudiziaria, con la richiesta di emissione di un provvedimento cautelare. Di fronte all’evidentissimo quadro indiziario, il provvedimento non ha tardato ad arrivare, il G.I.P. del Tribunale di Arezzo – anche in virtù della conclamata recidiva dello stalker – ha infatti disposto per l’indagato gli arresti domiciliari. La misura è stata immediatamente eseguita dai Carabinieri, che hanno localizzato ed arrestato il malfattore. Appena in tempo per impedire che il reato fosse portato a conseguenze ulteriori. Appena in tempo per consentire a Maria di trascorrere i prossimi mesi con una ritrovata serenità.