di Eleonora Francini
E’ inutile negarlo: le parole hanno un peso specifico e quelle dell’ex Premier Mario Monti non sono affatto passate inosservate. Queste sono le sue dichiarazioni rilasciate durante la trasmissione “In onda” su La7:
“Da due anni, con lo scoppio della pandemia, di colpo abbiamo visto che il modo in cui è organizzato il nostro mondo è desueto, non serve più. Due settori sono stati toccati, la comunicazione e la governance del mondo. E proprio la comunicazione ha iniziato ad usare il termine guerra perché effettivamente è una guerra, ma non abbiamo usato una politica di comunicazione adatta alla guerra. Andando avanti questa pandemia, e anche in un’ottica di futuri disastri globali, sarà necessario trovare un sistema che concili la libertà di espressione, ma che dosi dall’alto l’informazione“.
Ha poi aggiunto: “Abbiamo accettato limitazioni molto forti alla nostra libertà di movimento, quindi in una situazione di guerra si accettano limitazioni alle libertà. Ci siamo abituati a considerare la possibilità incondizionata di dire qualsiasi cosa sui media, ma la verità è che questo dosaggio della comunicazione dovrebbe essere controllato dal governo, ispirato e nutrito dalle autorità sanitarie”.
Per molti le suddette informazioni potrebbero rappresentare uno schiaffo alla democrazia, ma soprattutto alla libertà, dopo due anni di pandemia in cui quest’ultima è già stata fin troppo limitata. Risulta una vera e propria arma a doppio taglio trasmettere un messaggio del genere, in un periodo, peraltro, in cui la popolazione ha bisogno di dati, certezze e tranquillità e non di certo di una comunicazione ridotta e oscurata. Limitare l’informazione non solo priverebbe ulteriormente gli Italiani della loro libertà, ma acuirebbe ancor di più quel sentimento di paura che ormai da tempo caratterizza le loro vite.