Anche a San Giovanni Valdarno, come in molti comuni italiani, è attiva la raccolta firme per la legge di iniziativa popolare “Norme contro la propaganda e diffusione di messaggi inneggianti a fascismo e nazismo e la vendita e produzione di oggetti con simboli fascisti e nazisti”, promossa dal Comune di Stazzema in provincia di Lucca, dov’è avvenuto uno dei peggiori eccidi nazi-fascisti della storia.
Serviranno 50.000 firme, da raccogliere in tutta Italia, per portare la legge in Parlamento.
E, in occasione della Giornata delle memoria, il sindaco Valentina Vadi, e i membri della Giunta di San Giovanni Valdarno hanno apposto la loro firma e aderito alla proposta.
“Una firma – dichiara il sindaco di San Giovanni Valentina Vadi – per condannare in maniera decisa e inequivocabile quell’ideologia che appartiene al passato ma che, purtroppo, è ancora presente in tante manifestazioni, in troppi episodi della vita sociale. Vediamo ovunque immagini, simboli di propaganda fascista e nazista, sentiamo inni, frasi e incitamenti alla violenza. E fa particolarmente male quando provengono da personaggi pubblici o istituzioni che avrebbero, per primi, la responsabilità di tenere vivo quel passato drammatico, di far conoscere quello che è accaduto e impedire che succeda di nuovo. Per questo, in una ricorrenza così importante come il 27 gennaio, abbiamo voluto dare il nostro piccolo contributo alla legge di iniziativa popolare avanzata dal sindaco di Stazzema Maurizio Verona”.
I residenti che fossero interessati a contribuire potranno recarsi al Punto Amico di via Rosai 1 ogni giorno dalle 8,30 alle 13,30 e il martedì e il giovedì anche nel pomeriggio dalle 14,30 alle 18,30.
“I contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero dei relativi metodi sovversivi eversivi del sistema democratico, anche attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne fa comunque propaganda richiamandone pubblicamente la simbologia o la gestualità è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. La pena è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici”, è questo l’estratto della proposta di legge.
La raccolta firme terminerà il 31 marzo 2021.