Oltre 780mila euro sono le risorse che il Comune di San Giovanni Valdarno dedica al sociale con particolare attenzione alle famiglie sui temi: casa, minori e disabilità. Sono state illustrate questa mattina, durante la conferenza stampa che si è svolta nell’ex sala giunta del Comune, le politiche di welfare messe in campo dall’Amministrazione nel territorio. L’assessore Nadia Garuglieri, con deleghe alle politiche sociali e al welfare, ha spiegato nel dettaglio il quadro economico e i servizi offerti. Presente anche il sindaco di San Giovanni Valentina Vadi.
“Fin dal nostro insediamento – ha dichiarato il primo cittadino – abbiamo lavorato per riorganizzare al meglio le politiche di welfare nel nostro comune ponendo un’attenzione particolare alle persone anziane, a quelle in difficoltà, ai bambini e ai disabili. Credo che il lavoro fatto dall’assessorato e dai nostri uffici sia un lavoro importante nell’ottica di farsi carico del benessere e dei bisogni di tutti i componenti della comunità”.
Dei 787.225 euro assegnati al sociale, 331.770 sono i contributi a sostegno delle famiglie, 74.700 quelli a sostegno dei minori, 159.364 i servizi per l’assistenza domiciliare, 194.891 quelli per l’assistenza educativa e 26.500 i contributi per le politiche attive.
Dei contributi a sostegno delle famiglie fanno parte le rette per la casa di riposo, per la mensa e il trasporto scolastico, servizi per l’infanzia, le emergenze abitative, l’affitto delle case popolari, le rette per i minori e la mensa per gli anziani.
Per quanto riguarda il sostegno ai minori attualmente 5 utenti beneficiano di uno speciale sostegno economico (assistenza domiciliare indiretta) mentre 151 sono gli utenti, fra ragazzi in affido e famiglie con minori, che usufruiscono del contributo economico.
Aspetto importante rappresentano le prestazioni di assistenza domiciliare e assistenza educativa . Le prime rappresentano il complesso di prestazioni rese a domicilio, finalizzate a favorire la permanenza delle persone nel proprio ambiente, ad evitare il fenomeno dell’isolamento, dell’emarginazione sociale e del ricorso improprio all’istituzionalizzazione mettendo in atto interventi specifici di sostegno e di cura alla persona e all’ambiente mentre le seconde, prestazioni di assistenza educativa, sono interventi con personale qualificato a domicilio, nei luoghi comunitari, in forma individuale o in piccolo gruppo, sulla base del “progetto individuale di vita”. In questo momento usufruiscono dell’assistenza domiciliare ed educativa, complessivamente, 30 anziani, 38 disabili e 40 minori.
Grazie alle risorse provenienti dallo Stato o dalla Regione è possibile stanziare 25.000 euro per il bando Ait, associazione idrica italiana, come contributo sulle bollette dell’acqua, 105.000 euro per i contributi affitto e 204.080 euro come contributo alimentare.
“Quasi tutte le risorse del bilancio sociale sono destinate a finanziare prestazioni di ‘assistenza’ mentre risorse ‘libere’, cioè da poter investire in progetti di innovazione sociale, purtroppo non riusciamo a stanziarle” commenta l’assessore Nadia Garuglieri. “Solo 26.500 euro sono infatti previsti come risorse libere, appunto, per quelle che si definiscono politiche sociali attive. Per questo il nostro impegno è anche nella progettazione per intercettare risorse su bandi regionali e nazionali. E’ notizia di stamani che un nostro progetto sulla partecipazione sociale e la cittadinanza attiva è stato ammesso al sostegno regionale. Si chiama ‘scuola di cittadinanza e di comunità’ e avrà un finanziamento di 16.100 euro. Abbiamo inoltre altri tre progetti in sospeso sui quali stiamo aspettando l’esito delle valutazioni: un progetto dedicato ai giovani, uno dedicato all’inclusione sociale ed uno sulla disabilità. Con gli uffici è stato fatto e stiamo facendo un lavoro importante per riorganizzare i servizi e renderli efficienti ed efficaci in termini di risposte ai bisogni delle persone. Risponde a criteri di efficienza l’introduzione del segretariato sociale – un servizio di ascolto e orientamento che prevede l’accesso su appuntamento per un colloquio con l’assistente sociale ogni venerdì – e dell’Accoglienza – un servizio che risponde alle urgenze prevedendo l’accesso diretto per un colloquio con l’assistente sociale il martedì mattina ed il giovedì pomeriggio . Risponde a criteri di efficacia la riorganizzazione dei servizi dedicati alle persone con disabilità, alla luce dei principi della Convenzione Onu, ponendo attenzione al progetto di vita del soggetto e la realizzazione di un Centro educativo che fornirà un servizio di sostegno ad attività educative e ricreative per i bambini di età inferiore a 14 anni e sarà aperto tutti i giorni dalle 14,30 alle 18, 30 con attività di socializzazione e apprendimento. L’apertura del Centro consentirà di accogliere e seguire circa quaranta bambini. Particolarmente valorizzata nella riorganizzazione dei servizi attualmente in corso, – continua l’assessore alle politiche sociali e al welfare – è proprio l’assistenza educativa sia in forma individuale che di gruppo che sarà assicurata con personale esperto e qualificato proprio per rispondere ai bisogni di disagio sociale emersi in modo importante a seguito della pandemia. Il Centro educativo che partirà a breve è una novità per questo territorio ed è stato pensato proprio per dare una risposta a questo disagio. Non sarà l’unica iniziativa dedicata ai minori, l’intento dell’amministrazione è anche quello di rafforzare le iniziative educative realizzate da associazioni presenti nel territorio e stimolarne altre”.
Il modello di welfare di riferimento è quello del welfare civile o di comunità dove tutta la società si fa carico del benessere delle persone attraverso la valorizzazione dei soggetti del territorio, la promozione delle reti di prossimità e lo sviluppo della comunità sulla base della coesione sociale e della solidarietà.
“Siamo consapevoli di vivere in un periodo complesso ed il tessuto sociale è sfilacciato e sofferente – conclude l’assessore Nadia Garuglieri –, occorre perciò un patto sociale tra tutti i soggetti presenti sul territorio e lavorare in modo integrato, interdisciplinare. Ispirandosi a questi temi e riferendosi al modello di welfare di comunità, abbiamo adottato il regolamento sulla gestione condivisa dei beni comuni, abbiamo promosso il tavolo della partecipazione con i soggetti singoli e le associazioni del territorio, abbiamo sottoscritto l’accordo con le istituzioni scolastiche, il protocollo con le associazioni di categoria e l’accordo con il Centro provinciale per adulti”.