di Eleonora Francini
Nella giornata di ieri, è sopraggiunta la stretta del Viminale sulle manifestazioni anti-Green pass all’interno dei centri storici, decisione che ha così innalzato l’ennesima, e invalicabile, barriera tra le due galassie in cui ormai, da mesi, è diviso il popolo italiano: i “Pro-vax” e i “No-vax”.
“Le manifestazioni cosiddette ‘no pass’ stanno paralizzando ogni sabato, da settimane, il centro storico di tante città, creando disagi a cittadini e commercianti, oltre a generare assembramenti tra non vaccinati. Per ovviare a questi disagi il Ministero dell’Interno ha varato una ‘stretta’ e stabilito regole nuove: sono concessi solo sit-in e fuori dai centri storici”. Lo dice il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia. “Vista la risalita dei contagi saranno anche intensificati i controlli sul Green pass – aggiunge – Vanno mantenute le misure di prevenzione in atto e le persone devono essere incentivate a vaccinarsi. Non possiamo correre il rischio di dover fronteggiare nuove emergenze, come altri Paesi UE stanno sperimentando. Ne va della salute pubblica e dell’economia del Paese”.
Alla base della scelta non vi è soltanto una questione sanitaria, ma anche economica. Pare, infatti, che molti commercianti, a causa dei cortei che ogni sabato occupano i centri storici, si siano visti costretti a chiudere in anticipo le loro attività, essendo bloccate le vie dello shopping.
Non hanno tardato a farsi sentire le voci di protesta provenienti dalla galassia “attivista”. Stefano Puzzer, portuale a capo della protesta a Trieste, ha dichiarato: “Tutte le limitazioni alle libertà delle persone sono sbagliate. Ci informeremo se queste direttive sono lecite. Se lo saranno le rispetteremo, altrimenti ci opporremo per vie legali”.
Marco Liccione, portavoce del movimento ‘Variante Torinese’, che da settimane organizza le proteste a piazza Castello, sostiene: “Non possono vietarci di manifestare. Leggeremo la circolare e, per il bene delle persone che aderiscono alla manifestazione e per rispetto dei commercianti, valutiamo per sabato di cambiare luogo di ritrovo”.
A Milano, invece, il Comitato che promuove i cortei del sabato ha annunciato lo scioglimento e il conseguente stop delle trattative con la questura, diffondendo, tramite il proprio canale Telegram, quello che viene definito “l’ultimo” comunicato stampa. “Dopo questo sabato – si legge -, per noi è diventato impossibile sederci al tavolo delle trattative con chi ha rinchiuso centinaia di manifestanti pacifici in una via e li ha trattati peggio dei criminali. Abbiamo deciso di sciogliere il Comitato che era nato proprio in previsione di un rapporto costruttivo con le autorità”.
Due mondi sempre più inconciliabili, si direbbe.