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Iran: la gestione del governo ha aggravato la crisi Covid-19

di Stefano Pezzola

In IRAN sono 12 i vaccini Covid-19 autorizzati per l’uso.
In database Our World in Data (OWID) dell’Università di Oxford come sempre ci fornisce il grafico aggiornato del tasso di vaccinazione complessivo raggiunto in quel paese.

Un sondaggio compilato da oltre 8mila persone in Iran conferma le preoccupazioni per le violazioni del diritto all’informazione da parte delle autorità durante una crisi sanitaria globale.
I risultati mostrano che la maggior parte dei partecipanti si è affidata a fonti esterne, come i media in lingua persiana al di fuori del paese, piuttosto che a fonti ufficiali interne per le informazioni relative a COVID-19.

Nonostante i ritardi, le smentite e gli inganni che hanno caratterizzato la risposta iraniana al COVID-19, non è stata fino ad oggi riconosciuta nessuna responsabilità per coloro che hanno violato i diritti umani delle persone, incluso il diritto di accesso alle informazioni, la salute e persino il diritto alla vita.
Oggi però gran parte delle persone esortano le autorità iraniane a condurre un’indagine indipendente, trasparente e pubblica sulla gestione della pandemia di COVID-19.
Viene richiesto di affermare le responsabilità per le azioni e le omissioni da parte delle autorità sanitarie che hanno messo a grave rischio la vita e la salute di milioni di persone, nonché la piena trasparenza sulla risposta in corso dello Stato in materia di salute pubblica al coronavirus, in particolare il suo sviluppo di vaccini nazionali.

Lo scoppio del COVID-19 e le sue tragiche conseguenze hanno colto di sorpresa il mondo. Dopo la Cina, l’Iran è stato uno dei primi paesi in cui si è sviluppata la crisi.
Mentre la novità e la gravità della crisi causata dal virus hanno fatto sì che molti paesi in tutto il mondo fossero non attrezzati e impreparati ad affrontare la situazione, a volte in modo catastrofico, il livello di corruzione, inganno e occultamento della verità dimostrato dalle autorità iraniane ha anche mostrato il loro totale disprezzo per i diritti delle persone, incluso il loro diritto alla vita e alla salute.
L’incapacità di mostrare trasparenza e rispetto del diritto all’informazione ha permesso agli organismi responsabili di questa catastrofe di essere protetti da qualsiasi conseguenza mentre coloro che richiedevano verità e giustizia venivano sottoposto a persecuzioni.
“Non sorprende che il livello di dipendenza e fiducia del pubblico nelle informazioni che le autorità iraniane diffondono in tempi di crisi sia piuttosto minimo. Solo una percentuale trascurabile dei partecipanti alla ricerca nell’indagine ha trovato le informazioni fornite dalle istituzioni statali affidabili, sufficienti e accessibili. Le autorità iraniane hanno costantemente fatto ricorso a nozioni fuorvianti e mal interpretate di reputazione e sicurezza nazionale per limitare i diritti umani delle persone, compreso il loro diritto alla libertà di espressione e all’accesso alle informazioni. È giunto il momento che smettano di nascondere e distorcere la verità e di dare priorità alla salute e alla vita delle persone” afferma la business analyst Saloua Ghazouani.

I giornalisti e gli operatori dei media che hanno fornito notizie sull’epidemia non allineate a governo hanno subito molestie ed interrogatori: alcuni sono stati arrestati e contro di loro sono stati aperti procedimenti penali per diffusione di fake news.
Oggi documenti trapelati e informazioni raccolta da giornalisti indipendenti nonché da organizzazioni per i diritti umani dimostrano che le autorità hanno perpetrato con una politica di occultamento di dati e notizie verificate.
In questi giorni le decisioni delle autorità iraniane di negare, nascondere e ingannare le persone in Iran violando i loro diritti per quanto concerne l’informazione e la salute sono argomento di dibattiti televisivi presso l’Islamic Republic of Iran Broadcasting.
Non pretendo certo che i lettori conoscano il persiano ma visto che un caro amico mi ha inviato un estratto di un dibattito televisivo che conferma che le autorità religiose che in Iran pesano piu’ del governo laico, stanno sollecitando una indagine ufficiale nei confronti del Mistero della Sanità (vedi video sotto):

Con il pretesto di proteggere la sicurezza nazionale e il pubblico, le autorità hanno censurato le informazioni, chiuso i rapporti indipendenti e messo a tacere le voci critiche. Queste misure hanno avuto un impatto devastante sulla capacità del popolo di accedere a informazioni accurate e tempestive per proteggere se stessi e le loro comunità in mezzo a una crisi sanitaria globale.
Il programma di vaccinazione è avvolto nella corruzione e nella segretezza.
Le decisioni prese da alti funzionari statali, tra cui il leader supremo Ali Khamanei per quanto riguarda l’approvvigionamento tempestivo di vaccini, hanno mostrato un totale disprezzo per i diritti delle persone alla salute e alla vita.
Nel novembre 2020, il dottor Alireza Bihlari, capo del Pasteur Institute of Iran, un istituto di ricerca medica affiliato al Ministero della Salute, ha dichiarato “che la ragione alla base della mancanza di informazioni pubbliche sulle aziende coinvolte nello sviluppo dei vaccini era la preoccupazione che sarebbero state sottoposte a sanzioni“.
Nell’agosto 2021, Kayhan Azadmanesh, capo della divisione di ricerca virologica presso l’Istituto Pasteur e consulente del governo, lo ha ribadito nella sua risposta alle domande Nature sul perché i ricercatori iraniani fossero riluttanti a pubblicizzare il loro lavoro a livello internazionale: “questo potrebbe essere un altro effetto collaterale delle sanzioni. I ricercatori in Iran potrebbero non voler attirare troppa attenzione sul loro lavoro nel caso in cui mettano a repentaglio potenziali partnership prima di aver raggiunto un prodotto finale, o corrano il rischio di perdere l’accesso alle materie prime e alle tecnologie di cui hanno bisogno per i vaccini“.

 

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