di Stefano Pezzola
Domenica 18 marzo 2023 nelle vetrine della British Broadcasting Corporation (BBC) di Manchester, ente radiofonico e televisivo inglese, sono state affisse alcune scritte.
“I media sono il VIRUS”.
“Quando rilascerete la nuova variante?“.
“I media hanno mentito e la gente è morta“.
Mi torna allora in mente Der Spiegel, la rivista settimanale tedesca con la maggior tiratura in Germania, pubblicata ad Amburgo con una media di un milione di copie cartacee alla settimana e che online conta circa 400 mila lettori al giorno.
Alexander Neubacher (classe 1968), un giornalista/editorialista molto conosciuto in Germania ed una delle firme di punta del quotidiano Spiegel, l’11 marzo 2023 ha pubblicato alle ore 7.45 un editoriale dal titolo “Wir Coronaversager“.
“Ora sappiamo che molte misure pandemiche erano insensate, eccessive, illegali. Non una pagina gloriosa, nemmeno per noi media” esordisce Neubacher.
https://www.spiegel.de/politik/deutschland/verbote-in-der-corona-pandemie-wir-corona-versager-kolumne-a-7bdd915e-d9db-4daf-8b09-21fbe49c533a
“Ciò che mi preoccupa in retrospettiva è la facilità con cui le libertà civili sono state sospese nella nostra presunta società liberale. Il dittatore che è in noi è stato molto forte” scrive l’editorialista.
Ripensamenti, riposizionamenti, a volte sinceri, forse interessati, difficile a dirsi, certo considerati da molte parti tardivi.
“Due anni fa eravamo bloccati tra due ondate di Covid. Come scrissi in un editoriale, molte persone desideravano misure sempre più dure per contenere finalmente la maledetta pandemia. Incluso il sottoscritto. La tentazione dell’autoritarismo è stata grande. Ho scoperto il dittatore che è in me. A quel tempo, molti tedeschi consideravano la Cina un ottimo esempio di come combattere il Covid in modo efficiente. Decine di migliaia di persone sostennero iniziative come #ZeroCovid, chiesero alla politica tedesca di agire con lockdown radicali, chiusure dell’economia e della vita pubblica. E, in effetti, molte libertà sono state gravemente violate. Vi furono, come ricorderete, divieti di uscire, divieti di contatto, divieti di viaggiare. In Baviera, restrizioni diurne e notturne. Ad Amburgo, le mascherine all’aperto vennero rese obbligatorie anche durante il jogging. A Berlino non era più permesso sedersi su una panchina del parco. Oggi sappiamo che quelle misure non erano solo discutibili o prive di senso, ma anche illegali. La Corte costituzionale di Brandeburgo ha appena stabilito che la cosiddetta legge di emergenza sul Covid violava la costituzione regionale perché minava la separazione dei poteri. Ad opporsi furono soltanto alcuni partiti minori che oggi possono in effetti presentarsi al pubblico come custodi della Costituzione. Con il senno del poi, è scioccante la facilità con cui le libertà civili sono state sospese e violate. Anche il coprifuoco per tutto il giorno in Baviera non avrebbe dovuto esistere perchè sproporzionato come ha sentenziato nel frattempo il Tribunale amministrativo federale. Altre controversie legali dovute alle misure contro il Covid sono ancora in corso; le ruote della giustizia si muovono lentamente. È sempre facile dire dopo cosa sarebbe stato meglio fare. Ma ciò che mi preoccupa è la facilità con cui le libertà civili sono state sospese nella nostra presunta società liberale. La patina della civiltà sembra essere più sottile di quanto pensassi a questo proposito. La libertà per i tedeschi è solo un concetto che si applica nei giorni in cui c’è bel tempo, come si è chiesto pochi giorni fa l’avvocato costituzionale di Göttingen Frank Schorkopf su questo giornale? La democrazia implica controlli e contrappesi; ciò vale in particolare in tempi di crisi. Non ha funzionato durante la pandemia. A Berlino la grande coalizione ha governato con una maggioranza assoluta. Troppo pochi si sono opposti quando i politici hanno ordinato per la prima volta la chiusura delle scuole tre anni fa e poi l’hanno prorogata ripetutamente per mesi: nessuna Corte costituzionale federale, nessuna Accademia nazionale delle scienze, nessun Consiglio etico tedesco, nessuno. Il che, come posso affermare oggi, è stata un’enorme omissione. E noi media, compresi noi dello Spiegel, a cui piace vederci come il quarto potere? Temo che il dittatore in noi fosse piuttosto forte“.
Righe da leggere con molta attenzione.
Righe che fanno riflettere anche alla luce delle proteste contro i media come quelle messe in atto ieri in Inghilterra nei confronti della BBC.
Righe che mi spingono personalmente a ripensare agli oltre mille editoriali – ed a tutti gli articolo usciti sulla sezione Covid-19 – che ho pubblicato negli ultimi anni sulle pagine di Arezzoweb.
Con tutta sincerità il “dittatore” evocato da Alexander Neubacher non ha mai fatto breccia nel sottoscritto poiché ho sempre e continuerò sempre a credere fermamente in una informazione corretta, equilibrata, equidistante e fondamentalmente libera.