Sono state donate questa mattina dalla Coldiretti, oltre 100 stelle di Natale, ai reparti Covid dell’Ospedale San Donato di Arezzo.
“Abbiamo voluto con questo gesto – commenta il Presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci, dimostrare tutta la nostra gratitudine al personale sanitario, impegnato in trincea da mesi oramai per combattere la lotta al Coronavirus. Il lavoro di medici, infermieri e degli operatori socio-sanitari rappresenta per tutti noi un monito di impegno e dedizione, questa donazione figura il modo per ringraziarli per la grande responsabilità e professionalità che ogni giorno infondono nei loro reparti”.
L’iniziativa di carattere provinciale si inserisce nell’azione regionale promossa da Coldiretti Toscana e dagli uffici della Giunta Regionale #Stelleincorsia e si è svolta nel piazzale davanti all’ingresso principale dell’Ospedale San Donato dove erano presenti il Presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci, il Direttore Raffaello Betti, e Marco Nannicini dell’azienda agricola Alsa Flora, produttore florovivaistico del Valdarno che hanno donato simbolicamente al il Direttore del Presidio Ospedaliero “Ospedali Riuniti dell’Aretino” Dr.ssa Barbara Innocenti parte delle piante destinate ai reparti. Alla consegna hanno partecipato inoltre i consiglieri regionali Vincenzo Ceccarelli, Lucia De Robertis, Marco Casucci e Gabriele Veneri per testimoniare la loro vicinanza all’iniziativa.
“Un piccolo momento di condivisione per dire grazie al personale impegnato contro il Covid – spiega il Direttore di Coldiretti Arezzo Raffaello Betti – ma anche un modo per sottolineare l’ingiusta chiusura di garden, degli ambulanti e dei negozi al dettaglio di fiori e piante che mette a rischio anche nella nostra provincia la produzione degli alberi di Natale veri e di Stelle di Natale che ogni anno trovano spazio nelle case degli aretini in occasione delle feste, secondo una tradizione consolidata. Le zone più colpite della nostra provincia sono il Casentino, il Valdarno e la Valtiberina ed i nostri produttori, si trovano ancora una volta a dover fare i conti con i limiti delle chiusure. Piante, alberi e fiori stanno subendo un ingiustificato blocco nelle vendite che causa un danno importante per un settore che ha già subito perdite ingenti durante il precedente lockdown”.
Il rischio è che venga favorito l’acquisto di piante di plastica che arrivano molto spesso dalla Cina e non solo consumano petrolio e liberano gas ad effetto serra per la loro realizzazione e il trasporto, ma impiegano oltre 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente. Al contrario gli alberi naturali – conclude il Direttore – sono coltivati nei vivai soprattutto nelle zone montane e collinari in terreni marginali altrimenti destinati all’abbandono e contribuiscono a migliorare l’assetto idrogeologico delle colline ed a combattere l’erosione e gli incendi”.