Home Attualità Chantal Akerman. Stanze. Sul custodire e il perdere

Chantal Akerman. Stanze. Sul custodire e il perdere

Secondo appuntamento con “Esporre il cinema”, il ciclo di mostre legate annualmente al Premio Marco Melani che, per l’edizione del 2021, è stato consegnato alla memoria di Chantal Akerman (Bruxelles, 1950 – Parigi, 2015). E proprio alla regista, sceneggiatrice e artista belga è dedicata la mostra “Stanze. Sul custodire e il perdere” curata da Rita Selvaggio che sarà inaugurata domani alle 18,30 a Casa Masaccio, Centro per l’arte contemporanea di San Giovanni Valdarno e che resterà aperta fino a domenica 8 maggio.

Chantal Akerman è una dei più importanti registi della sua generazione. Figura di punta nel cinema europeo sperimentale, sin dai primi anni 70 ha avuto un ruolo cruciale nella graduale dissoluzione, così emblematica negli ultimi vent’anni, delle frontiere tra lo spazio del cinema e quello dell’arte. Figlia di Ebrei polacchi sopravvissuti ad Auschwitz e rifugiati in Belgio, sin dai suoi precoci esordi, Akerman ha sempre avuto un’ossessione per lo spazio domestico come da sempre ha anche perseguito un senso di “appartenenza” , anche se spesso dichiarava di non appartenere a nessun luogo. La sua mappa affettiva ha sempre comportato una tensione tra evocazione astratta e quotidianità concreta e la casa ha costituito un focus centrale all’interno della sua pratica.

“Con la mostra che inauguriamo domani (sabato 26 febbraio) dedicata alla cineasta e artista Chantal Akerman – dichiarano il sindaco di San Giovanni Valdarno Valentina Vadi e l’assessore alla cultura Fabio Franchi – prosegue, per il secondo anno consecutivo, il ‘nuovo corso’ che abbiamo voluto dare al Premio Marco Melani. Un premio che ha ampliato la propria portata e importanza, anche grazie ai finanziamenti ricevuti dal Ministero della Cultura, e che punta a valorizzare il cinema come esperienza artistica piena, a tutto tondo e l’intreccio tra linguaggio cinematografico e linguaggio artistico, tra espressione cinematografica ed espressione artistica. A fianco quindi di un omaggio prettamente cinematografico, con la consegna ufficiale del Premio, i cineasti assegnatari del Premio stesso trovano poi ospitalità in Casa Masaccio, con mostre realizzate in collaborazione con autorevoli e celebrate istituzioni culturali e gallerie internazionali. Dopo Jean-Marie Straub e Danièle Huillet nel 2020-2021, è adesso la volta di Chantal Akerman, alla cui memoria è stato conferito il Premio Melani con una cerimonia pubblica in Palazzo d’Arnolfo lo scorso 11 dicembre. Chantal Akerman è stata una regista, sceneggiatrice ed artista tra le più innovative della sua generazione, pioniera del cinema femminista, autrice di un cinema capace di rivoluzionare e scardinare in modo netto e dirompente le categorie cinematografiche imperanti negli anni Settanta del secolo scorso. E’ stata anche una delle prime personalità a sperimentare le opportunità che il cinema poteva offrire alle arti visive sotto forma delle videoinstallazioni. Con questa mostra, pertanto, vogliamo da una parte celebrare e ricordare una cineasta che ha sempre guardato con profonda attenzione alle arti visive, che non ha limitato la sua attività solo al cinema, ma ha spesso calcato i sentieri dell’arte tout court; dall’altra parte intendiamo rimarcare l’indistricabile contiguità tra cinema e arte, valorizzando la contaminazione tra linguaggio cinematografico e linguaggio artistico, l’intrecciarsi di forme e linguaggi artistici, che sono la cifra del post-moderno, e che riteniamo essere un degno tributo alla visione di Marco Melani del cinema come espressione artistica completa e complessiva. Un ringraziamento sentito per l’allestimento di questa mostra va in particolare a tre donne: a Rita Selvaggio, senior curator di Casa Masaccio, a Claire Atherton, a lungo collaboratrice di Chantal Akerman e rappresentante della Fondazione Chantal Akerman, e a Carole Billy, direttore associato della Galleria Marian Goodman di Parigi. E’ grazie a loro che Casa Masaccio è riuscita ad ‘ospitare’ Chantal Akerman e a realizzare questa mostra, di indubbio valore artistico-culturale e di livello internazionale.”

“Stanze. Sul custodire e il perdere”, prende voce e corpo in uno storico edificio patrimoniale, la cui originaria destinazione d’uso era proprio quella domestica, e interagisce con la natura non standardizzata dello spazio già di per sé narrativo. Assecondando la sua politica espositiva e culturale, anche in questa occasione Casa Masaccio insiste sull’idea di una contiguità semantica tra il percorso espositivo e il contesto architettonico con una mostra che asseconda le potenzialità del cinema come spazio tridimensionale e come esperienza spaziale oltre che temporale. Le stanze, luoghi fisici densi di significati metaforici, sono tanto tratti semantici dell’abitare quanto spazi interiori e unità metriche della poesia.

Il percorso espositivo, rendendo il visitatore partecipe della dinamica e del movimento delle immagini, si articola tra senso di appartenenza e sentimento di perdita, soglie e confini, tra interiorità e esteriorità. A introdurre la mostra, Marcher à coté de ses lacets dans un frigidaire vide (2004), installazione sonora che implica l’idea dell’attraversamento di un labirinto trasparente alla ricerca di un taccuino scritto in polacco nel 1920 e appartenuto alla madre della madre dell’artista. Unica cosa di lei rimasta, non molto e allo stesso tempo un intero mondo. Sono inoltre in mostra, My Mother Laughs Prelude (2012), Femmes d’Anvers en Novembre (2008), un’installazione video a canali multipli in cui il racconto di geografie femminili che respirano all’unisono e il gesto ripetitivo della donna che fuma si riconnettono alla ritualità del quotidiano di Jeanne Dielman (1975), il film con cui Akerman si è imposta all’attenzione della critica. Dai suoni urbani e dalle mutevoli immagini, prive di ogni narrativa, di Tombée de Nuit sur Shanghai (2007): porti, acqua, navi, passanti casuali, le enormi insegne pubblicitarie come anche la linea dell’orizzonte di Shanghai e la notte che in tempo reale cala sulla città, a La Chambre (1972-2007). Qui, Akerman, regista e al contempo attrice silenziosa, indaga la realtà moltiplicando lo spazio domestico. Il luogo dell’indagine estetica e concettuale sul tempo che passa è l’interno di una stanza che si dilata attraverso il movimento ipnotico e circolare della ripresa.

Sul custodire e il perdere, allude a quell’indistruttibile che resta e resiste ad ogni corrosione, ma anche al processo stesso di editing richiesto dal montaggio, vero atto cruciale di un film.

“Stanze. Sul custodire e il perdere” è stata ideata in collaborazione con Claire Atherton, collaboratrice artistica e editor di Akerman, rappresentante della Fondazione Chantal Akerman; e con Carole Billy, direttore associato della Galleria Marian Goodman di Parigi. Un grazie speciale a: Mus.e musei  eventi Firenze (Firenze); Christophe Leunis e Nina Doevendans (Vertigo Creative Studio, Antwerpen); Fabrizio Barbieri, Simone Mancini, Corrado Meloni, Daniele Romano (FD Events s.r.l., Firenze).

Casa Masaccio, Centro per l’Arte Contemporanea è aperto dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19 e sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. I cittadini di età superiore a 12 anni, privi di esenzione medica, potranno accedere solo esibendo il super Green pass e indossando la mascherina Ffp2.

Exit mobile version