Castiglion Fiorentino, Palio a Km Zero?

Mi ero dato un Anno Sabbatico dal parlare di Palio.

Avevo marcato il cartellino facendo album fotografici al corteo, per distrarmi mi sono messo pure a guardare la Giostra del Saracino impegnandomi, tutto questo per non scrivere di Palio. Poi vi sono persone che tutti gli anni mi aspettano o al varco o con curiosità su quello che ho da dire, e per strada mi hanno tirato la giacchetta in molti.

Cedo.

Vi sono migliorie che non si vedono, ma sono importanti. Dieci anni fa lanciai la domanda, ma il Palio è dei Rioni o della Città di Castiglioni? Ora la domanda ha una risposta. E’ l’unico caso in cui un Agnelli ha messo i Lupi rionali in un recinto chiaro, ed il Palio ha una serie di organismi armonici, ben mixati nei pesi, tra Comune e Rioni. Diciamo che siamo arrivati a dire che appartiene alla città. Per arrivare a questo punto, che a me sembrava ovvio sin dagli albori, ci sono voluti anni con lente mosse da bradipo, velocità più idonea ai cambiamenti mentali dei paliofili. Rileggere frase. Parlo solo di una specifica velocità, e non è altra similitudine.
Del diverso posizionamento di Castiglioni nel panorama turistico italiano, ha usufruito anche il Palio, e quest’anno il Tutto Esaurito è stato anche per la presenza di stranieri. Quindi finalmente il Palio aiuta Castiglioni e viceversa.
CORTEO
Se i costumi di Siena trasudano denaro drenato dalla mamma MPS, oggi con le tette avvizzite, e quindi sono proprio da ricconi, sartoriali professionali, Netflix, quelli di Castiglioni hanno la fantasia e l’opera dei rionali e sono comunque molto belli. Per cui la piccola ingegnosa Castiglioni tiene testa nel look del corteo. Tutti gli sbandieratori e musici hanno in Castiglioni migliore tecnica e verve, ma a Siena giustificano che il gesto morbido e non articolato delle bandiere derivi dal fatto che servivano solo a rievocare segnali nel campo di battaglia. Un po’ come il fumo degli indiani d’America. I Senesi quando sono peggio hanno sempre una nobile scusa.
A Castiglioni occorrerebbe fare un passo oltre, e portare l’intero corteo a sfilare in campo, magari solo mezzo giro nel lato delle tribune, ed in tal modo, chi paga un biglietto avrebbe il senso totale dello spettacolo. Ora paga solo per la corsa pura, e suoi rituali. Un po’ come un porno dalla scena immediata senza i convenevoli. Varie sono le scuse dei figuranti, fa caldo, si sciupa il costume, devo fare la doccia, mi voglio godere la corsa in pantaloni corti, e così via la lista come John Belushi nei Blues Brothers quando fece una lunga giustificazione supercazzola.
La celebre scena quando incontra dopo anni la fidanzata non sposata all’ultimo momento, “Non ti ho tradito, dico sul serio. Ero rimasto senza benzina, avevo una gomma a terra, non avevo i soldi per prendere il taxi, la tintoria non mi aveva portato il tait, c’era il funerale di mia madre, era crollata la casa, c’è stato un terremoto, una tremenda inondazione, le cavalette, non è stata colpa mia, lo giuro su Dio!”
Credo che occorrerebbe fare uno scatto di miglioria, e fare la sfilata in campo, Ecco come viene la foto della piazza pienaaccompagnata da una cadenza poderosa chianina dei tamburi con virgolettate di trombe all’ingresso di ogni rione e con quel bel commento descrittivo che ho sentito da un araldo – purtroppo in polo e jeans – dal terrazzino del Comune. Diamogli una tunica amaranto, 5 euro di spesa, altrimenti sembra l’arbitro di sedia al tennis.
Per contentare l’occhio preciso da geometra, la disposizione dei rioni in piazza del Municipio dovrebbe essere più netta l’uno dall’altro e dal pubblico. Ora è un indistinto ammasso umano compresso.
LA CORSA
Fortunatamente la danza al canapo dei preamboli non è stata estenuante. Quanto basta.
Poi, partiti, con questo disegno di pista, molto spesso l’orgasmo è precoce. Chi va davanti subito nel primo giro, salvo camarille, quasi sempre vince. A meno che non vi sia un Cavallo Ducati Desmo con …molti cavalli in più, ed un fantino con Rabbia Marquez, la corsa procede senza scossoni. Insomma spesso chi ha il peacemaker può vedere la corsa anche con le pile scariche.

Non so decodificare come coloro che vantano una conoscenza intima di cavalli e fantini, ma a me la velocità e l’incedere sono sembrati come una sgambatura neanche molto impegnata. Non ho visto battaglia al sangue. L’unica nota bella l’arrivo quasi appaiato dei due fantini di Porta Romana che mi ha ricordato quando la Ferrari vinse a Daytona nel 1967 con 3 auto appaiate.

Ho un inconsapevole piacere della vittoria di Porta Romana perché nei Palii sono spesso bullizzati dagli altri due rioni, ed io tifo per gli outsider.
Ho visto una corsa come quella dei ciclisti che vengono al Giro d’Italia per preparare la gamba per il Tour de France, si danno un po’ da fare, ma non molto.
Peccato che i soldi che prendono i fantini non sono fatti con la macchina delle fotocopie, ma sono il sudore di mesi dei rionali. Chi si contenta gode.
…E SE CASTIGLIONI ALZASSE LA TESTA, e dicesse, NON CI STO?
Esaminiamo il divertimento del chiamare voraci fantini mercenari. Si pensa che il pubblico, e vi includo la maggior parte dei rionali, avverte che in pista vi è la presenza del famoso Tizio, dell’emergente Caio, o della vecchia gallina esperta di Palio?
Io non credo. Chi gode molto è il dotto speaker che sa tutto di tutti con date, centimetri, e fatti e pochi altri rionali. Ma fortunatamente la città, è mia impressione, gode per il suo evento complessivo. Se nei bar domandassimo il nome del fantino e del cavallo del rione, ne troviamo forse 1 a 100 che lo sa.
Non è un male, è un bene che le persone godano dell’evento a prescindere.
Ed allora…prescindiamo, e facciamoli scendere quei fantini Paperon de Paperoni.
Un esempio.
La Giostra del Saracino degli anni ’50 e ’60 era pervasa da fantini che venivano da Foligno od altre città italiane, rari gli aretini. Poi passo passo, allenamento dopo allenamento ora sono tutti di Arezzo, addirittura talvolta il fantino è proprio nato in quel quartiere, massimo godimento per il pubblico.
Gli esperti della monta diranno che sono due corse ben diverse, vero. Ma se la gente si allenasse ce la farebbe, è solo questione di allenamento, non di DNA sardo.
Credo che se i fantini fossero di Castiglioni, o per regolamento dei comuni intorno, il divertimento sarebbe pure maggiore. Il tifo aumenterebbe nel vedere un amico o parente correre, e lo spettacolo non sarebbe inferiore alle molte camomille che si vedono.
Non ultimo quella camionata di soldi dei compensi attuali, andrebbero in piccola parte ai fantini locali, ed il resto si tengono i soldi in tasca i Rioni per opere o eventi sul proprio territorio.
Il voler pervicacemente fotocopiare il Palio di Siena, non ha alcun valore aggiunto su alcun punto, tenendo presente che non si comprano i fantini per la loro bravura ma per il loro fare business al canapo, ove accade non solo il doppio gioco, ma anche il triplo gioco. Non paghiamo un fantino, ma un mago Silvan che fa il gioco delle 3 carte.
Spero di stare aggrappato a Castiglioni ancora per molti anni.
Sono paziente
PS, sempre Brandi è…
Il sindaco Agnelli non ha voluto il tête-à-tête col competitore alle elezioni Paolo Brandi,
ma, confuso dalla vittoria, ha rimediato con un tette-a-tette di una omonima Matilde Brandi.
Una T in più meritata.
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Piero ROSSI
Aretino Turista ad Arezzo,
itAlien Immigrato in Italia
info@pierorossi.it
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Viaggiare è fatale al pregiudizio, al bigottismo, ed alla ristrettezza mentale,
e per questi motivi molta della nostra gente ne ha fortemente bisogno.
Vedute ampie, sane, caritatevoli degli uomini e delle cose
non possono essere acquisite
vegetando tutta la propria vita in un piccolo angolo della terra.
Mark TWAIN,1869

Le scuse di John Belushi con annesso occhio a triglia, Blues Brothers