Sulla lite furibonda tra due coniugi cinquantenni avvenuta nella notte tra l’1 e 2 giugno scorsi a Laterina Pergine Valdarno in provincia di Arezzo, si registra l’intervento della Segreteria Regionale del Nuovo Sindacato Carabinieri Toscana, che augura pronta guarigione alla collega intervenuta per placare il violento alterco e rimasta ferita nella colluttazione.
“Un nuovo episodio di violenza che coinvolge l’Arma – commenta il segretario generale regionale Nizar Bensellam Akalay – che dimostra, laddove ce ne fosse bisogno, che il nostro non è un lavoro come gli altri”.
Allertati dai vicini, i carabinieri del Valdarno sono intervenuti per riportare la serenità tra marito e moglie, in evidente stato di agitazione psicofisica dovuta all’assunzione di alcol e stupefacenti.
Alla vista dei militari, la situazione è degenerata: la donna ha scagliato contro di loro un vaso mentre lui ha tentato di afferrare una mazza.
Gli operatori sono riusciti a bloccarlo e a separarli ma il litigio è andato avanti, a causa del rifiuto di lei di lasciare l’abitazione.
Con violenza, la donna si è scagliata contro il marito afferrandolo per i capelli e, negli attimi più concitati dell’intervento, una carabiniera è stata ferita dalla cinquantenne, che l’ha graffiata e morsa a un dito.
Costretta a ricorrere alle cure dei sanitari, è stata condotta al pronto soccorso di Montevarchi dove ha ricevuto una prognosi di sette giorni.
Anche la donna è stata accompagnata in ospedale per essere sottoposta a controlli, prima di essere arrestata per resistenza a pubblico ufficiale.
“L’aggressione ai danni della collega –aggiunge Nizar Bensellam Akalay – presenta una serie di complicanze in considerazione della profilassi che è costretta a subire per via dello stato di salute della donna che si è avventata contro di lei”.
“Nessuna profilazione razziale – ironizza il segretario generale di NSC Toscana – ma sanitaria:
esprimiamo massima solidarietà alla carabiniera e gratitudine alla scala gerarchica aretina che non ha abbandonato il proprio militare in un terribile momento di apprensione”.
“Auspichiamo – conclude – che la politica acquisisca maggiore consapevolezza in merito alla delicatezza dell’attività quotidiana di uomini e donne in divisa”.