Brava la Carini a ritirarsi. Vomito-Parade dei triatleti. Molto male i giornalisti

Se i temi prospettati allo show dell’inaugurazione delle Olimpiadi dovevano essere il filo rosso – ho evitato di dire fil rouge – , ebbene ora siamo allo svolgimento del tema, coerente col titolo.

L’incontro di boxe della nostra Carini contro il/la tunisina ha rappresentato il culmine di una tendenza intellettuale dove si tende a mischiare tutto all’insegna dell’essere progressisti. Se ti ribelli a questa spinta sei poco aperto, ed anche fascista.

Questa aspirazione può essere lecita tra i lenzuoli e nei sentimenti, ma si infrange quando vogliamo fisicamente equiparare i due generi o tre-e-varianti in una arena atletica, con risvolti di alto pericolo. Spingi spingi alla fine chi vuole che tutto sia mischiabile ed accettato batte su una montagna che prescinde da chi pensa diversamente. Una Montagna Oggettiva.

A questo punto in sport dove l’impiego fisico ha una rilevanza occorrerebbe fare minimo 3 categorie, Maschile, Femminile, Altro. Ma dentro l’Altro si aprirebbero sbilanciamenti ugualmente, occorrerebbe che ex uomini combattessero tra sé, ed ex donne uguale, perché la struttura fisica e la forza non si adattano ai voleri intellettuali del proprietario del corpo. Praticamente le Olimpiadi durano 3 mesi e più.

Che il pugile aspirante donna algerina sia un uomo non occorrono esami raffinati. E’ uomo in tutto, nella struttura fisica, come cammina, per la differente potenza dei colpi, almeno un 40% in più di una donna di ugual peso.

Non ultimo il signorino, che è un bel ragazzo, contrariamente alle altre donne della sua nazionale, va in giro senza alcun velo in testa. Alcuni diranno, Molto bene, riscatto di donna algerina.

Sono bastati 2 pugni in pochi secondi per fare  slittare la calotta protettiva della Carini per ben 2 volte. Questo tunisino non deve avere l’onore di finire un incontro. Già alcuni giorni fa una esile asiatica è stata riempita di botte, si è dovuta ritirare. Si poteva vedere chiaramente che non era una differenza di pugni, ma dava proprio l’idea che la malmenasse.

Gli amanti del gender fluid devono capire che un conto è se i loro beniamini gareggiano in sport di NON CONTATTO FISICO, anche se un’altra atleta della gara di freccette si è ritirata perché l’avevano messa contro un altro fluid gender, ed altra cosa è se si fanno gareggiare nella Boxe o nella lotta libera o addirittura di Arti Marziali Miste in ring ottagonali dove quasi tutti i colpi sono ammessi ed hanno una violenza inimmaginabile.

La Signora Sinistra che ogni giorno ci richiama l’attenzione sulla violenza alle donne, dice niente di questi assalti letali consentiti? Questo combattimento è una violenza autorizzata alla donna .

Cosa dicono CIO, World Athletics e FINA

Tutti danno parametri differenti dove l’opinabilità regna. Tutti hanno paura a dire NO.
Il World Athletics la questione la chiama DSD – altra sigla –  Differenze di Sviluppo Sessuale  – porta al valore di 2,5 di testosterone per tracciare il solco.
La FINA, che attiene al nuoto, ha raffinato la formula.
Ricorrere al solo livello di testosterone per attribuire il sesso di una persona è test medico da neppure principianti dottori. Bastano 2 iniezioni di Enantone ed anche Rocco Siffredi diventa donna per il basso testosterone, senza scalfire la potenza fisica generale. Solo quel muscoletto ne soffrirebbe, ma al momento non esistono combattimenti usando QUEL muscoletto.
Il CIO poi sconfina nella poetica, non regole fisiche ma morali, un decalogo:
  1. Inclusione
  2. Prevenzione del danno
  3. Non discriminazione
  4. Equità
  5. Nessuna presunzione di vantaggio
  6. Approccio basato su evidenze
  7. Primato della salute e autonomia corporea
  8. Approccio incentrato sugli stakeholder
  9. Diritto alla privacy
  10. Revisioni periodiche
Poi questi organismi federali danno facoltà alle singole nazioni di avere un proprio comportamento.
Festival del caos

I Giornalisti e la Carini ed i triatleti

Questo è lo scandalo dentro lo scandalo
La stampa ed i commentatori sia per questo caso estremo sia per i nuotatori del triathlon che hanno dovuto gareggiare in una acqua da sequestro, hanno detto niente, né in telecronaca, né peggio in quei lunghi logorroici talk show di approfondimento alle Olimpiadi.
Anche qui come per i vaccini, come per la guerra in Ucraina, come per la guerra a Gaza, la parola d’ordine è NON DIRE.

Questo non è più giornalismo è da Parlatori Nulla Dicenti.

Conosco questi ambienti da grande evento, e mi immagino il battaglione RAI in trasferta pagata e folleggiante di Parigi, tutti con quelle magliette griffate, se qualcuno di loro si azzarda a dire cose differenti lo richiamano a casa. Non escludendo che potrebbe essere lo stesso Macron a chiederlo alla Yes-Woman Meloni che ubbidirebbe, per ristabilire i tradizionali rapporti di amicizia, che prevedono per lo più che l’Italia si inginocchi.

La Meloni a fatto accaduto ha detto che a suo tempo aveva manifestato il suo disappunto quando si decidevano le regole per il TransSport. Non mi ricordo di averla letta. Anche le i su questi temi non può affondare il pensiero altrimenti si becca della fascista. Siamo in un Teorema Perfetto Bloccante.

Tra i commentatori dell’incontro vi era anche Damiani, ex campione dei massimi ed ora tecnico della nazionale. Al ritiro della Carini è stato più democristiano di Andreotti, non ha minimamente puntato il dito sul fatto, anzi ha quasi rimproverato che una cosa così non si fa, che non era bello che discutesse con gli allenatori a bordo ring. Insomma più etichetta che sostanza.

La Carini si era preparata all’incontro anche per onorare suo babbo scomparso a cui voleva dedicare questa Olimpiade, e fare un passo indietro non è solo una occasione sportiva preparata 4 anni, ma non poter celebrare suo babbo.

La Vomito Parade dei Triatleti, Buco nell’acqua di Macron

Quanto da me previsto in un mio precedente articolo è successo con puntualità, clicca qui.
Abusando della resistenza mentale dei triatleti, della loro voglia di gareggiare hanno fatto svolgere la prova di nuoto sulla Senna, dove con le bracciate scansavano batteri, virus, elementi cancerogeni, e topi in vena di competizione.

Per Macron ed i Francesi sarebbe stata una capitolazione mondiale l’annullamento della gara. Non hanno fatto provare prima l’acqua perché altrimenti uscendo avrebbero commentato  innescando la miccia. Quindi tutti a mollo senza testare l’acqua. Era una delle gare di apertura, location centrale parigina, sarebbe stata la seconda Waterloo. Gli organizzatori hanno detto acqua OK, ma il test è venuto nei fatti.

Due di loro appena hanno attraversato il traguardo hanno vomitato, altri si sono gettati a terra e stavano male. Come direbbe Feltri, la cosa è Fattuale non occorre l’Istituto Pasteur per qualificare la pericolosità dell’acqua.

Tyler Mislawchuk distrutto dopo l’arrivo del triathlon alle Olimpiadi: Ho vomitato 10 volte.
Le immagini televisive non hanno bisogno di ulteriore commento: si vede il 29enne chinarsi appena dopo aver concluso la sua prova al nono posto, e poi vomitare in maniera abbondante. Peraltro già durante la gara Mislawchuk aveva avuto enormi problemi, come poi ha spiegato: Ci ho provato, non ho rimpianti: ho vomitato 10 volte. Non sono venuto qui per arrivare tra i primi 10, ma ho dato tutto quello che avevo.

Un’atleta belga ha attaccato invece: Speriamo non si ammalino in troppi:

Diversa la conclusione di Jolien Vermeylen, altra triatleta belga. Arrivata 24esima al traguardo, la rappresentante del Belgio ha ammesso invece di essere preoccupata: Ho bevuto molta acqua, quindi sapremo domani se starò male o no. Ovviamente non ha il sapore di Coca-Cola o Sprite. Mentre nuotavo sotto il ponte, ho annusato e mi sono detta ‘non pensare troppo’ La Senna è sporca da cento anni, quindi non si può dire che la sicurezza degli atleti sia una priorità si è lamentata la belga.

E il nuotatore Domenico Acerenza ha tuonato adirato: Manca il rispetto nei confronti degli atleti. Non sappiamo niente.

Ed ecco che la leva mentale della gente disposta a gareggiare per ripagarsi dei sacrifici ha funzionato alla grande per gli strateghi francesi

Una Senna simbolo della società malata di oggi.  Tuttavia nessuno dimentica le parole di Emmanuel Macron, simbolo lui invece della società dello show must go on:
Con un massiccio investimento dello Stato, con il Comune di Parigi e la Val de Marne, siamo riusciti in 4 anni in quello che era stato impossibile per 100 anni: la Senna è balneabile!
Ma ha dimenticato di adempiere alla promessa di fare il bagno nella Senna, e non si è neppure fatto fotografare nei paraggi della Senna.
Grossa bugia.
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Ma da chi è balneabile ormai sembra lampante,
Macron e quel modo di fare
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Piero ROSSI
Aretino Turista ad Arezzo,
itAlien Immigrato in Italia
info@pierorossi.it
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Tutto il resto sono pubbliche relazioni.
George Orwell