Nello scorso weekend, un giovane ventenne si è presentato al pronto soccorso dell’Ospedale di San Giovanni Valdarno, con profonde ferite da taglio, ad entrambe le mani e al torace, con un livello non profondo di penetrazione solo grazie alla fortuita circostanza che il fendente aveva colpito la cerniera del giubbotto indossato dal giovane.
Data la natura palesemente dolosa dell’evento, così come previsto dai protocolli e dalla normativa vigente, il medico di turno ha immediatamente allertato le forze dell’ordine attraverso il numero di emergenza territoriale “112”.
Sul posto interveniva una pattuglia della Stazione Carabinieri di Cavriglia, che da un iniziale colloquio avuto con la vittima ha potuto ricostruire una prima sommaria dinamica dei fatti, stabilire che lo stesso era stato aggredito da una donna che lo aveva attinto con diversi fendenti, ma soprattutto, grazie alla profonda e capillare conoscenza del territorio individuava prontamente, sia la zona dell’aggressione che la residenza della responsabile.
La donna, rintracciata nella sua abitazione, indossava ancora pantaloni e scarpe intrise di sangue, mentre nel corso della perquisizione, eseguita anche con l’ausilio dei colleghi del Nucleo Radiomobile di Compagnia, era trovata una felpa in lavanderia, anche questa sporca di sangue, pronta per essere lavata.
Nel giardino di casa, seguendo delle tracce ematiche, gli uomini dell’Arma recuperavano un grosso ed affilato coltello da cucina, utilizzato per l’aggressione.
A questo punto il quadro indiziario a carico della donna era diventato importante, tant’è che scattavano le manette ai suoi polsi con l’accusa di tentato omicidio.
Il Pubblico Ministero della Procura Aretina, ha disposto la traduzione dell’arrestata al reparto femminile della Casa Circondariale “Sollicciano” di Firenze, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto.
Ciò si comunica nel rispetto dei diritti delle persone indagate, da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile, ed al fine di assicurare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.