di Andrea Giustini
La pioggia non ha fermato le centinaia di persone che ieri sera si sono ritrovate di fronte al Centro Antiviolenza di Pronto Donna, in Piazzetta delle Logge del Grano, e che, fiaccola alla mano, hanno iniziato un silenzioso quanto rispettoso corteo per le vie del centro, in ricordo di Sara Ruschi e Brunetta Ridolfi, rimaste vittime dell’insensata furia omicida di Jawad Icham lo scorso 13 aprile.
A portare quelle candeline come abbracciate da carta color rosso, c’era un’intera città. Le istituzioni, dal Vicesindaco di Arezzo Lucia Tanti all’assessore alle Pari Opportunità Giovanna Carlettini. Gli amministratori locali, i consiglieri comunali e regionali, come Bruna Giovannini e l’ex deputata del Partito Democratico Donatella Mattesini, fino ai rappresentanti dei quattro Quartieri della Giostra del Saracino. Commercianti, soccorritori, studenti: nessuno è rimasto indifferente. E mano a mano che procedevano nel percorso, altri cittadini li raggiungevano unendosi a loro volta alla fiumana. E’ stato stimato che circa 500 persone hanno partecipato alla marcia.
«Non si esagera a dire che la città di Arezzo è sconvolta da quanto successo – ha dichiarato il Vicesindaco Lucia Tanti, poco prima che il corteo partisse -. Non si esagera a dire che con questa presenza noi ci stringiamo attorno a una famiglia distrutta, con una promessa di continuità. Le emozioni vanno e vengono. Le istituzioni e i cittadini invece restano sempre: fanno una comunità. Stasera siamo quindi tutti insieme per far sentire attorno a questi ragazzi la gente di Arezzo, la loro città. Non è solo una manifestazione, ma una promessa, che manterremo tutti insieme, con discrezione, silenzio attenzione, dignità, senza smettere mai».
Il corteo è partito salendo in piazza della Badia. Da lì ha continuato dritto in via Cavour, fermandosi di fronte al Liceo Classico F. Petrarca, ed è passato per piazza San Francesco. E’ sceso poi giù per il Corso Italia. Ha quindi virato in via Roma ed ha continuato il percorso attraversando piazza Guido Monaco, via Petrarca e via Leoni Leoni, giungendo in fine a San Lorentino, dove si è radunato sotto l’arco della Porta, attorno alla statua della Chimera. Qualche metro più in là c’è, in via Benedetto Varchi, l’abitazione dove esattamente una settimana fa Brunetta e Sara sono rimaste uccise dalla lama del marito di quest’ultima, sotto gli occhi dei figli.
«E’ importante far sentire la nostra voce stasera in modo silenzioso, – ha dichiarato Loretta Gianni, presidente dell’associazione Pronto Donna – ma proseguendo ad allertare, a porre l’attenzione su queste tematiche per evitare gesti efferati come l’omicidio. Non ci sono giustificazioni, spiegazioni, solo qualcosa fatto per togliere la libertà alle donne. Dobbiamo tutti darci da fare per cambiare le cose. Impegnarci, uomini e donne, per una società migliore. Non sono parole vuote, vogliono testimoniare un cambiamento di comportamento, perché esso è in mano a ciascuno di noi».
Prima della partenza, in Piazzetta delle Logge del Grano, e poi in conclusione, a Porta San Lorentino, una volontaria di Pronto Donna ha letto ai partecipanti le parole di una mamma fiorentina, Paola Alberti, a cui un altro terribile femminicidio ha strappato la figlia Michela. Una madre che però ha trasformato il suo dolore in dolcezza e al contempo in forza, per combattere la violenza sulle donne. «”Mamma” è una parola sublime – ha scritto Paola Alberti in una lettera -. C’è chi può sentirla ogni giorno, chi non la sentirà mai. E anche chi non la sentirà più né la potrà più pronunciare».
«In qualsiasi momento ci ricorda che il dono più importante: la vita. Non diamolo per scontato. Io non non potrò più sentire il suono di tale parola, e come me tante donne, che hanno perduto un figlio o una figlia. Mi chiedo: dov’è l’amore che si reclama a gran voce? Dov’è il rispetto? Dove la libertà di scegliere la vita che vogliamo? Possibile che l’uomo che si ritiene così superiore agli animali faccia stragi maggiori delle belve feroci? Sento molta tristezza ma questo non mi farà smettere di portare avanti la lotta contro ogni forma di violenza».
I funerali di Sara e Brunetta si svolgeranno domani venerdì 21 aprile alle 15, al Duomo di Arezzo. Il sindaco Alessandro Ghinelli ha stabilito per la giornata il lutto cittadino.