Programma nazionale di inclusione: gli interventi a San Giovanni Valdarno

Il Programma nazionale inclusione e lotta alla povertà 2021-2027, a titolarità del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, è stato approvato dalla commissione europea il primo dicembre 2022. E anche a San Giovanni Valdarno sono molti gli interventi a favore dei residenti e finanziati con le risorse del progetto.

Le azioni riguardano principalmente il  Reddito di cittadinanza (Rdc), Progetti utili alla collettività (Puc) e Tirocini d’inclusione.

Come spiegato dall’assessore alle politiche sociali e al welfare del comune di San Giovanni Valdarno Nadia Garuglieri, dal 2019 sono state 175 le persone che hanno percepito il reddito di cittadinanza sul territorio e, di queste, 47 hanno realizzato Progetti di utilità collettiva (Puc).

Chi percepisce un reddito di cittadinanza infatti è  tenuto ad offrire la propria disponibilità per la partecipazione a progetti a titolarità dei Comuni, utili alla collettività, in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni. Attraverso un colloquio con le assistenti  sociali e con il centro per l’impiego vengono valutati i profili professionali e gli interessi per capire in quale settore e quale progetto può essere più adatto. Il programma si svolge all’interno del Comune di residenza, mettendo a disposizione un numero di ore non inferiore otto settimanali.

I Puc realizzati ad oggi hanno interessato ambiti diversi: dalla  gestione dell’emergenza sanitaria da Covid19 (triage in ingresso, sanificazione dei locali, sorveglianza sul distanziamento in ingresso e in uscita dai locali scolastici e/o da uffici pubblici, sorveglianza sugli scuolabus), alla manutenzione del verde e decoro urbano, dall’accoglienza all’orientamento negli uffici pubblici, dai progetti afferenti al settore sociale, alla cultura, urbanistica e ambiente

“Dallo scorso anno – aggiunge l’assessore Nadia Garuglieri – sono previsti interventi ulteriori, sempre rivolti ai percettori di reddito di cittadinanza:  i tirocini di inclusione.  Questi hanno la finalità di reinserire le persone che percepiscono il reddito di cittadinanza nel mondo del lavoro. Ad oggi sono state coinvolte cinque persone. Come abbiamo già avuto modo di sottolineare parlando dei progetti finanziati con le risorse del Pnrr,  anche per  gli interventi finanziati dal  Programma nazionale di inclusione, le finalità sono l’attivazione delle persone e il superamento della loro condizione di bisogno attraverso il reinserimento nel tessuto sociale e la riconquista dell’autonomia.
Anche grazie alla  gestione di questo  ‘Programma nazionale di inclusione’, per cui il comune di San Giovanni è comune capofila per tutta la zona, abbiamo capito l’importanza e la necessità di adottare, nel settore della marginalità e della povertà,  modalità che superino un  approccio di tipo emergenziale a favore di approcci strutturati  che prendono in carico  il  bisogno del soggetto,  ne potenziano le capacità, rinsaldano i legami sociali – senza i quali non si ha inclusione –  e accompagnano la persona  in un percorso che ricuce  i legami sociali e consente un’autonomia economica. Questo è il nuovo paradigma su cui si apre la sfida dei servizi sociali e del nuovo welfare. Non è una sfida semplice – continua l’assessore –  perché i servizi sociali sono molto più abituati ad attuare politiche assistenziali piuttosto che politiche attive. Invertire le priorità è proprio un cambiamento culturale che come amministrazione stiamo cercando di promuovere. Le politiche attive hanno bisogno, per potersi sviluppare,  di appoggiarsi su reti territoriali costruite con i diversi soggetti del territorio (dal terzo settore, al mondo del lavoro, ai cittadini singoli) necessari a sostenere quel processo di inclusione e autonomia”.

Proprio per conoscere meglio il territorio, capire quali sono i punti di forza e di debolezza, come  comune capofila della zona Valdarno del Programma nazionale di inclusione, San Giovanni Valdarno ha proposto la realizzazione di una ricerca  che avrà lo scopo di analizzare l’andamento del disagio sociale in collaborazione con l’Università degli studi di Firenze.

“In questo modo – conclude Nadia Garuglieri – potremo capire come intervenire, cercare di comprendere come sta cambiando lo scenario economico-sociale del nostro territorio, quali sono gli attori in campo e quali le azioni necessarie per ottenere il miglioramento. Sicuramente la ricerca, in fase di avvio, fornirà elementi di conoscenza utili per impostare politiche di welfare sempre più mirate”.