Guida Intergalattica per gli autostoppisti di Douglas Adams

LIBRI PER TUTTE LE ORECCHIE
Paesaggi Letterali Settimanali
a cura di Roberto Fiorini

Il mio primo incontro con l’universo surreale e stravagante di Douglas Adams è arrivato sotto forma di un libro tascabile sgualcito e malconcio, parte di un cofanetto regalatomi un Natale, che ancora ora custodisco gelosamente.
Leggere The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy infatti significa entrare nella casetta da giardino di un genio anticonformista mentre lui è fuori, per scoprire quali idee ha lasciato in giro.
Ma è anche come ascoltare l’autore che ti parlando personalmente, gentilmente, mentre ti guida attraverso un mondo sconcertante, chiedendoti di “non farti prendere dal panico”.
Questa è la storia dei due esseri umani che sopravvivono alla distruzione insensata della Terra e alle loro avventure nello spazio e nel tempo mentre tentano di scoprire il significato della vita o nel caso di Arthur Dent, il protagonista principale, semplicemente trovare una tazza di tè decente.
A differenza del mio primo grande amore ovvero Star Wars, nel libro di Adams non c’è un impero malvagio, i cattivi principali, i Vogon, sono poeti burocratici, meschini e terribili, ma in realtà non vivono sul Lato Oscuro, per così dire.
Inoltre, Douglas Adams fa di tutto per descrivere come funziona la tecnologia del suo mondo, come il telepatico Babel Fish che può tradurre tutte le lingue conosciute e l’Infinite Improbability Drive che alimenta l’astronave Heart of Gold.
Le spiegazioni sono chiaramente assolutamente folli, con riferimenti casuali al moto browniano (uno dei primi contributi di Einstein alla fisica) che Adams mostra astutamente di conoscere.
L’idea di un libro elettronico davvero terribilmente futuristico nel 1979, anno di pubblicazione del romanzo.
Douglas Adams è un maestro di parole.
Nessun altro avrebbe potuto mettere insieme le parole in modo tale da creare la frase “Le navi pendevano nel cielo più o meno nello stesso modo in cui i mattoni non lo fanno” o la frase “avere il cervello distrutto da una fetta di limone avvolta attorno a un grande mattone d’oro“?
Chi altro avrebbe potuto unire sillabe bizzarre e strampalate all’interno delle pagine del racconto?
Sebbene questo libro sia famoso per la satira tagliente sulla filosofia e la religione, in realtà contiene alcune riflessioni piuttosto approfondite sulla condizione umana ed assolutamente attuali.
Una cosa che praticamente tutti sanno di Guida InterGalattica per gli Autostoppisti di Douglas Adams edito in Italia da Mondadori è che il “significato della vita” – in realtà la Risposta alla Grande Domanda della Vita, dell’Universo e di Tutto – è “42”, ma c’è anche una risposta molto più sottile forse nascosta tra le pagine.
Quando Slartibartfast, un architetto planetario, dice ad Arthur che è particolarmente affezionato ai fiordi norvegesi che ha progettato, citando i “piccoli bordi increspati“, c’è un suggerimento quasi buddista: il godere consapevolmente il presente con una visione del lavoro appagante e gratificante e del tempo libero rigenerante.
Il lato oscuro del materialismo scientifico è illuminato da una frase quasi usa e getta sulla strana sensazione che “le relazioni tra le persone erano suscettibili alle stesse leggi che governavano le relazioni tra atomi e molecole“.
Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell’estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c’è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c’è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un’ottima invenzione”.
Adams racconta le infinite debolezze e fallimenti dell’umanità.
Il famoso personaggio Marvin, il robot cronicamente depresso, è il prodotto di una crudeltà quasi inimmaginabile – non di una vera malvagità, ma di banalità – poiché i cui creatori hanno scelto di dargli la personalità genuina delle persone.
È sorprendente come questo libro possa innescare così tanta scienza e filosofia con una narrazione fatta di cose incredibili sfidando tutte le regole con ritmo esilarante e per certi versi folle.
The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy è spiritoso, geniale e un esempio di umorismo inglese asciutto ed esilarante.
Pochi secondi prima che la Terra venga spazzata via per far posto a un’autostrada intergalattica, Arthur Dent scopre galassie e pianeti lontani anni luce.
Decide allora di fare un giro con la sua migliore amica, Ford Perfect, un alieno abilmente mascherato, che è stato bloccato sulla Terra negli ultimi 15 anni mentre scrive una guida della galassia.
Arthur e Ford affrontano un viaggio con le creature più sgradevoli e intollerabili dell’universo, i Vogon.
Vengono poi scoperti e gettati nell’abisso dello spazio che risucchia l’anima.
Pochi secondi prima di soffocare, Ford e Arthur vengono però salvati da una nave rubata dal presidente della galassia, Zaphod Beeblebrox, e dalla sua ragazza, Trillian.
La nave è un disco improbabile, motivo per cui si schiantano ben presto su un pianeta mitico chiamato il Cuore d’Oro.
Il pianeta si trova in uno stato simile al letargo e si è appena risvegliato.
Mi fermo qui, non voglio assolutamente spoilerare la trama, limitandomi ad aggiungere che le pagine proseguono tra strampalati incontri ed avventure improbabili fino appunto a scoprire la risposta alla domanda sulla vita.
Da quando è stato pubblicato nel 1979, lo strano e meraviglioso romanzo galattico di Adams ha catturato l’immaginazione di milioni di fan in tutto il mondo e attraverso le generazioni.
Sappiamo tutti quando si celebrano halloween e San Valentino, ma che dire del giorno dell’asciugamano?
Ne hai mai sentito parlare prima?
Il Giorno degli asciugamani si celebra il 25 maggio di ogni anno in onore di Douglas Adams e della sua guida galattica.
Infatti equipaggiati con i loro fidati asciugamani – capirete perché abbastanza presto, non voglio svelare oltre – una guida e un pesce multilingue, i due avventurieri partono per un viaggio come nessun altro.
Mentre la trama si sviluppa in un caos illogico, Adams gioca con la fisica, il tempo e il buon senso.
Ed anche i lettori più seri ed impegnati non potranno fare a meno di ridere ad alta voce.
La Guida Intergalattica per gli autostoppisti è inventiva, è energia pazzesca e appare sciocca soltanto per il gusto di farlo perché è tutt’altro.
Prima della sua morte improvvisa nel 2001, Adams ha ampliato The Hitchhiker’s Guide in una serie TV, un adattamento teatrale, molti fumetti ed un asciugamano da bagno indispensabile ed imperdibile.
Ma è il romanzo che resiste al tempo, che continua a riconoscere l’importanza del numero 42, la risposta alla domanda finale della vita, dell’universo e di tutto.
Non cercare di risolverlo prima di leggere il libro.
Dopo  aver viaggiato verso i confini esterni della galassia, tutto diventerà ovvio.
Forse…
Intanto buon viaggio!
E mi raccomando, non dimenticare il tuo asciugamano.