Prosegue l’attività di contrasto ai reati inerenti il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti dei Carabinieri della Compagnia di San Giovanni Valdarno. Stavolta ad entrare in azione sono stati i Carabinieri della Stazione di Cavriglia, che hanno tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio un pregiudicato valdarnese di 50 anni.
L’operazione ha riguardato un soggetto affidato in prova ai servizi sociali, già condannato per vari delitti, tra cui, appunto, quello previsto dall’art.73 c. 5 DPR 309/1990, che punisce i soggetti dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Il controllo ha avuto luogo in tarda serata. Il 50enne, che fino a quel momento non aveva dato adito a sospetti, ha infatti, tra l’altro, l’obbligo di permanere all’interno della propria abitazione di Cavriglia durante e ore notturne. Per tale motivo, veniva regolarmente sottoposto a controllo, per verificare che detta prescrizione fosse effettivamente rispettata. Nel corso del controllo dell’altra sera, però, i Carabinieri hanno percepito un atteggiamento strano nell’uomo.
Sfuggente, frettoloso, quasi come se desiderasse che il controllo si esaurisse nel più breve tempo possibile. Essendosi avveduti di questo anomalo atteggiamento – la pattuglia era guidata dal Comandante di Stazione, con alle spalle una lunga esperienza sul campo – i Carabinieri hanno deciso di approfondire il controllo, e di estenderlo all’intera abitazione. Immediatamente hanno avuto così la riprova della bontà dell’intuizione, perché il pregiudicato ha subito iniziato ad andare in evidente crisi nervosa. Crisi che si è accentuata quando, entrando in una stanza, i Carabinieri gli hanno fatto notare che si sentiva un persistente odore di sostanze stupefacenti.
A quel punto, i Carabinieri si interessavano di quell’odore, chiedendo le dovute spiegazioni al pregiudicato, il quale, dopo un breve tentennamento, finiva per consegnare uno spinello (mistura di tabacco e hashish) consumato a metà ed adagiato sopra un vecchio mobile. Considerato che l’effluvio non accennava a diminuire, i Carabinieri decidevano di eseguire un controllo nello stanzino posto accanto all’ingresso, in cui erano stipati indumenti personali del sottoposto, dove, secondo il giudizio degli operanti, basato sulla provenienza dell’odore, poteva essere occultata della sostanza stupefacente.
A quel punto, il soggetto, probabilmente nel tentativo di eludere l’esito della perquisizione, ammettendo delle responsabilità, invitava i carabinieri a seguirlo in altra stanza destinata ad uso ufficio, dove consegnava agli operanti una sorta di “pallina” di sostanza resinosa di colore marrone, stupefacente del tipo hashish, del peso di circa 2 grammi.
I Carabinieri però non si facevano fuorviare. Tenuto conto che quell’odore continuava a permeare in particolar modo l’aria del precedente stanzino, tornavano sui loro passi per dare inizio ad una vera e propria azione di ricerca. Ancor prima di varcare la porta della stanza, il soggetto, anticipando i militari, in un estremo tentativo di ostacolare le indagini, prendeva un comodino, con all’interno dei suoi indumenti intimi, e lo spostava fuori dalla stanza. A quel punto, essendo chiaro che l’uomo volesse distogliere l’attenzione degli operanti proprio dal piccolo mobile, i Carabinieri decidevano di verificarne il contenuto, rinvenendo un sacchetto di cellophane, al cui interno erano racchiusi otto pezzi rettangolari di hashish, per un peso complessivo di circa 70 grammi, incartati uno per uno.
Di fronte al palese quadro indiziario, considerato il non modico quantitativo di stupefacente, le modalità di confezionamento, e i precedenti specifici del sottoposto, scattava inevitabilmente l’arresto in flagranza per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini sono in corso per identificare eventuali acquirenti e fornitori dell’indagato.